ANNOTAZIONE A
[p. 62]
Zanobi di Filippo di Niccolò Macinghi era nato, come madonna
Alessandra, dalla Caterina di Alberto di Bernardo degli Alberti. Aveva anche un fratello
per nome Antonio, e due sorelle, Caterina e Ginevra, ma non uterine. Morto il padre nel
1420 (il suo testamento, de' 28 giugno di quell'anno, sta con altre carte de' Macinghi
nell'Archivio Diplomatico, provenienza Soderini), il patrimonio andò in malora;
e la buona Alessandra ebbe da fare con una famiglia dissestata. Nel suo Libro di ricordi
segnato A, che si conserva nell'archivio dei Principe Strozzi, è a carte 85 un Lodo
dato da Antonio di Benedetto di Caroccio degli Strozzi sotto di 24 gennaio 1451 s. f. tra
l'Alessandra e Zanobi suo fratello, in forza del quale il possesso di tutti i beni del secondo
passò nella prima: e le ragioni si leggono nella narrativa, concepita in questi
termini. « In prima, conciosia cosa che noi troviamo e a noi apparisca, ancora per
confessione delle dette parti, el detto Zanobi pe' tempi passati essere stato, come ancora
egli è, molto gravato dalle gravezze publice, e per amore delle dette gravezze per
più tempi essere stato nascoso, e finalmente avere fatto molte composizioni col
Comune di Firenze, nelle quali composizioni bisogno ai detto Zanobi, per cancellare le
dette gravezze, molte varie e diverse quantità,
[p. 63]
le quali il detto Zanobi per maggiore parte ebbe e ricevè dalla detta mona
Lexandra sua sirocchia, così in denari come in cose al detto Zanobi pella detta
mona Lexandra accomodate, e pel (letto Zanobi parte impegnate e perdute, e parte
vendute; le quali quantità montono a non piccola somma. E conciosia cosa che
noi troviamo e a noi apparisca il detto Zanobi da molto tempo in qua essere stato solo,
sanza governo nel vivere e nel vestire, e però costretto da necessità, el
detto Zanobi per molti e molti tempi essere stato al notrimento e governo della detta
mona Lexandra, e così ne' tempi ch'egli stette sano e in sanità visse,
come ancora ne' tempi ch'egli stette infermo; e però li alimenti molto condecenti
così dei vivere come de' vestimenti avere auto dalla detta mona Lexandra: e quali
alimenti, fatto il conto, montono una grande somma. E udite le differenzie delle dette
parti ec.; lodiamo, sentenziamo e albitriamo, e per questo presente lodo diamo,
concediamo e adiudichiamo alla detta mona Lexandra, per ogni e tutto quello che la detta
mona Lexandra potessi adomandare o avere dovessi in qualunche modo, così per
le cagioni sopradette come per qualunche altra cagione la quale in qualunche modo o
pensare si potessi insino nel presente dì, interamente gl'infrascritti beni,
cioè ec. ». I beni sono: un podere con casa, ovvero palagio da signore e
con casa pel lavoratore, posto nel popolo della pieve di Santa Maria dell'Antella; due altri
poderi nello stesso popolo; tutte le masserizie e tutte le ragioni dotali di mona Caterina
loro madre. A' 27 gennaio Zanobi ratificò il detto lodo, e l'Alessandra prese la
tenuta de' beni. A carte SO del suo Libro fece poi registrare la vendita fatta a' 28 giugno
1454 del podere dell'Antella col palagio a messer Otto di Lapo Niccolini per fiorini 850
in oro. Ma ella
[p. 64]
n'ebbe molestia dal fratello Antonio, il quale a 14 d'agosto dello stesso anno le dette una
petizione dinanzi a' magnifici Signori per avere venduto il podere dell'Antella.
Comparì il terzo giorno; e Antonio Macinghi, che aveva seco il cognato
Niccolò Soderini con altri Macinghi, la richiese di rinunziare al lodo e far nuovo
compromesso, 111 cui si dicesse che i beni appartenevano a lui. Ma la nostra Alessandra,
aiutata dal suo Filippo, che allora si trovava in Firenze, seppe dire le sue ragioni tanto
bene: « e in fine, visto non volemo fare compromesso, la misono a partito tra'
Signori e Collegi, per farci de' Grandi »; e con fave 22 bianche, contro 11 nere, la
petizione del Macinghi fu rigettata. Era Gonfaloniere Tommaso di Lorenzetto Soderini, e
de' Priori Feo Belcari.
ANNOTAZIONE B
Filippo Strozzi, fratello di Niccolò. Ved.
la nota (M) alla prima Lettera, e
la nota (D) alla terza. A' 18 d'aprile del 50 Antonio Strozzi
scriveva da Firenze a Filippo
di Matteo in Napoli: « A di 22 in 23 di questo, piacendo a Dio, farèno
l'exequio e onoranza della morte di Filippo Strozzi; che Dio per suo' grazia gli facci
verace perdono ». Era nato questo Filippo nel 1406, ed aveva sposato nel 41 la
Filippa di Noferi Bischeri.
ANNOTAZIONE C
Francesco di Pierozzo della Luna era imparentato con gli Strozzi, avendo sposata
l'Alessandra di Filippo di messer Lionardo. Crede il mio collega cavalier Gaetano
Milanesi, che sia quel Francesco della Luna che il Vasari ricorda nella Vita del
Brunelleschi. Era intendente d'archittetura,
[p. 65]
e Filippo se ne servì per aiuto nella fabbrica dello Spedale degl'Innocenti, ma con
suo poco contento. Francesco fu uno de sei operai dello Spedale suddetto nel 1427 e nel
1433. In compagnia di ser Filippo Pieruzzi, nel 34, fu nuovamente eletto operaio sino a
che lo Spedale non fosse finito. A' 24 di gennaio 1445, compiuta la fabbrica, lo Spedale
fu aperto, e cominciossi a ricettare i fanciulli. (Archivio di Stato. Carte dell'Arte della
Seta: Libro dello Spedale degl'Innocenti.)
ANNOTAZIONE D
Margherita di Piero di Filippo di messer Lionardo degli Strozzi fu sposata nel 1431 da
Filippo di Bernardo Manetti.
Produced by the University of Chicago Library.
Send questions or comments about IWW to ets@lib.uchicago.edu.
PhiloLogic Software, Copyright © 2001 The University of Chicago.
PhiloLogic is a registered trademark of The University of Chicago.
|