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Le laudi di Lucrezia de' Medici Edited by Guglielmo Volpi Pistoia: Lito-tipografia Flori, 1900 PREFAZIONE
[p. V] I. Delle laudi conosciute della Lucrezia Tornabuoni,
moglie a Piero de' Medici, due erano inedite, una
veniva ogni tanto ripubblicata sotto il nome del
Savonarola, e in generale quelle edite presentavano
varj guasti nella lezione. Perciò mi sono indotto
a riunirle tutte e offrirle al pubblico più corrette;
cogliendo così l' occasione di affacciarmi a quella
selva selvaggia, ch' è la nostra letteratura religiosa
popolare dei secoli XIV e XV. Anche restringendo
la mia attenzione a un soggetto molto
limitato (e giova, a sciogliere molte questioni intricate,
cominciare da quelle più semplici) ho potuto
Circa sei anni dopo che in Firenze era uscita alla luce la prima edizione delle laudi di Feo Belcari (1480?), a cura di Iacopo de' Morsi se ne pubblicava una seconda, dove ad alcune di queste laudi si sostituivano altre nuove dello stesso Belcari e vi se ne aggiungevano anche di altri autori: e tra quelle che venivano ad ingrossar la raccolta se ne trovan sei della Lucrezia de' Medici. Senza data, ma sempre nel secolo XV, usciva una terza edizione con nuove, ma non numerose aggiunte, e le sei laudi della Lucrezia vi mantennero il loro posto, come lo mantennero nella ristampa del Pacini di Pescia, ancora più ricca delle precedenti, e in quella di poco posteriore di Venezia (Bindoni), come è probabile lo mantenessero in altre riproduzioni che si fecero ai primi del Cinquecento e che non ho potuto vedere. Queste quattro antiche edizioni da me esaminate
rappresentano, rispetto alla nostra Lucrezia,
una sola tradizione che fa capo alla stampa del
Morsi, che, anteriore alle altre, è di esse più corretta.
Per convincersi che formano una sola famiglia,
basta osservare che le laudi della Medici sono
sempre le stesse, nello stesso ordine e con didascalie
quasi identiche, ed è ormai risaputo come le
Due di queste sei laudi, quelle sulla natività di
Cristo, ebbero particolarmente fortuna e furono
prima ripubblicate nel 1563 in una raccolta ordinata
da Fra Serafino Razzi e poi in un libretto
popolare che fu impresso più volte. È notevole che
della raccolta del Razzi ci si è conservato anche
l' autografo; ma la stampa non s' accorda col manoscritto:
sia nell' una che nell' altro il testo della
Medici sembra ritoccato con intenzioni letterarie:
e ciò non deve far meraviglia, pensando che il
compilatore era persona colta. Invece il libretto
popolare dà un testo difettoso, giacchè in tutt' e
tre le edizioni manca una strofetta della laude
Deh venitene, pastori ed una della lauda Ecco 'l Messia
Venite, Angeli Santi Finalmente dal Villari e dal Guasti fu riprodotta la laude Ecco 'l Messia come cosa del Savonarola. Di tutte queste stampe, fino a quella del Guasti,
si dà qui appresso la descrizione nella Bibliografia:
qui dirò, per ciò che riguarda la presente edizione,
che le quattro antiche raccolte rammentate, a cui si
può aggiungere una ristampa del 1556, e le due
edizioni Cionacci, come risulta da ciò che ho già osservato,
formano un sol gruppo, di cui è autorevole
rappresentante quella del 1486, e che perciò di questa
Il cod. D. IV. 206 della biblioteca Gambalunghiana
contiene una raccolta di laudi che per una
parte del prologo e per la scelta dei componimenti e
le loro didascalie corrisponde esattamente alla
stampa del 1486 e ne differisce per poche e leggere
trasposizioni. Mi sono procurata, per saggio
del testo, una copia della laude Ben veng' osanna
Sicchè, concludendo, io mi son valso dell' unica
stampa del 1486 e di quattro manoscritti. Degli
otto componimenti due sono conservati solo dal
cod. Magl. VII, 1159 (VI e VIII) e altri due (IV
e V) solo dall' edizioni rappresentate dalla predetta
stampa; onde per questi quattro a me non
è restato che riprodurli secondo i due antichi testi,
ammodernando l' ortografia e correggendo ove fosse
errore manifesto, ma avvertendo in nota il lettore
della lezione scartata. Per gli altri quattro ho riprodotto
II. Il Villari pubblicò per il primo come cosa del
Savonarola la laude Ecco 'l Messia; ma egli la credeva
inedita e non conosceva l' attribuzione alla
Lucrezia de' Medici; fu il Guasti quello che sostenne
le ragioni del grande Domenicano. Il trovarla,
senza indicazione d' autore, in un ms. autografo
del frate insieme ad altre cose che gli appartengono
gli parve sufficiente motivo per assegnarla
a lui, sembrandogli poco probabile « che Fra Girolamo
copiasse la roba d' altri in un quadernuccio
di suoi studi e il proprio mescolasse con l' altrui,
senza farne alcun motto ». Se dunque nel suo libretto Fra Girolamo copiava brani della Bibbia e dei Padri, poteva benissimo riportare anche una laude non sua che gli fosse piaciuta. Che forse non hanno un' origine simile altri zibaldoni antichi? Il Guasti non conobbe tutte le stampe, nè tutti
i manoscritti che hanno la laude in questione col
nome della Lucrezia: conobbe bensì la raccolta
pubblicata a Firenze nel 1486; e credè sufficiente,
per togliere importanza ad essa, di notare che il suo
compilatore « sopra trecento componimenti non
seppe di ottantadue dir l' autore ». Dunque il ms. savonaroliano non dice nulla,
nè è dimostrata finora poco esatta nelle attribuzioni
la raccolta di laudi del 1486, che, essendo
stata pubblicata quando il Savonarola era vivo ed
era morta da poco (1482) la pia Lucrezia, merita
perciò d' esser tenuta in considerazione. Ma c' è
di più. Il Guasti non ha conosciuto un manoscritto
che, secondo me, ha molta importanza nella questione,
il Magliab. VII, 1159. È questo un bel
codicetto membranaceo scritto calligraficamente di
mano forse degli ultimi del quattrocento. Esso
contiene soltanto composizioni della Medici, la Vita di
S. Giovanni Battista, la Storia di Giuditta e alcune
laudi. Per la cura con cui apparisce messo
insieme ha tutta l' aria di essere uno di quegli
esemplari ch' eran destinati a conservarsi nella famiglia
o a donarsi a' parenti come ricordo. Ora
a c. 54r si legge la laude Ecco 'l Messia con la
III. Non è il caso, essendo queste della Medici così
poche, di discorrere qui delle laudi in genere; ma
devo al lettore qualche schiarimento. Quattro di
queste laudi, come altre di quel tempo, venivan
cantate secondo l' aria d' una canzone a ballo delle
più note, cioè di quella che comincia: Ben venga
maggio, di cui avevano, naturalmente, anche il
metro. Nei manoscritti e nelle stampe troviamo
che la ripresa ora è in un modo, ora è in un altro.
Prendo ad esempio quella della laude Ecco 'l
Messia. A volte si legge Ecco 'l Messia | Ecco
'l Messia | E la madre Maria, a volte Ecco 'l Messia,
ecco 'l Messia | E la madre Maria, e finalmente
Ecco 'l Messia | E la Madre Maria. Sono dunque,
secondo il copista o lo stampatore, sempre due
versi o tre. Ora io credo che il canto maggiaiolo
deva cominciare Ben venga maggio — e 'l gonfalon
selvaggio, che insomma la ripresa di questa
Pistoia, 20 novembre 1900 Guglielmo Volpi. [p. XVII]BIBLIOGRAFIA
Manoscritti. I. Borromeo. Autografo di Fra G. Savonarola. — In nativitate Domini, Ecco il Messia. II. Gambalunghiana di Rimini D. IV. 206. Cart. Sec. XV.
— I n. 105, 109, 110, 111, 112 e 158 della tavola delle laudi
pubblicata dal Mazzatinti III. Magliabechiano Cl. VII, n. 367. Cart. sec. XV. Contiene varie poesie d' argomento sacro adespote, tra cui alcune certamente del Belcari. — c. 51r Ben vegnia osanna et la figliuola danna. IV. Magliabechiano Cl. VII, n. 1159. Membr. sec. XV.
— c. 54r Lauda della natività Composta per madonna lucretia
de medici: Ecco il messia; c. 55r Composta per madonna
lucretia de medici: Non mi curo più di te; c. 56r
Composta per madonna lucretia de medici: Viene l messaggio;
V. Palatino 99 della Nazionale di Firenze. Misc. Cart.
sec. XV. VI. Palatino 173 della Nazionale di Firenze. Cart. secolo
XVI Autografo di fra Serafino Razzi, finito di scrivere
nel I596. Stampe. I. JESVS | LAUDE facte & composte da più perso | ne spirituali
A honore dello omnipoten | te idio & della gloriosa
uergine Madonna Sancta Maria & di molti altri sancti & san |
cte, & a salute & consolatione di tutte le contemplatiue
& devote anime christiane: | lequali laude sono scripte
insu la tauola per | alphabeto & a quante carte, & a ogni
lau | da e scripto di sopra il nome dello aucto | re & dappie
ilmodo come sicantano tutte | ordinatamente. | Et tutte
le infrascripte laude ha racholto | & in sieme ridotto Iacopo
di maestro Lui | gi de morsi cittadino fiorentino a di
primo | di marzo. MCCCCLXXXV | Chi leggie iuersi facti
da costoro | prieghi per charita idio per loro. In fine: Impresso
nella Magnifica citta di Fireuze | per Ser Francesco
bonaccorsi a petitione | di lacopo di maestro luigi de morsi
| Nell anno. MCCCCLXXXV | A di primo di marzo. II. Laude facte & composte da piu persone spirituali
a honore dello omnipoten | te idio & della gloriosa uergine
madonna sancta Maria & di molti altri sancti | & sancte
& a salute & consolatione di tutte le contemplative & devote
anime chri | stiane: le quali laude sono scripte insu
latauola per alphabeto & aquante carte: | & aogni lauda
e scripto disopra elnome della auctore & il modo come si
canta | no tutte ordinatamente. Et oltre a quelle che gia
perlo tepo passato furono im | presse se facta hora i questa
nuoua impressione una aggiuta dipiu daltrettante. Senza
indicazioni tipografiche. Si ritiene degli ultimi anni del
sec. XV III. [Libro di laude. Con una silogralia] IV. Opera noua de Laude facte & composte da piu per | sone spirituali a honore dello Omnipotente Idio & della | Gloriosa Virgine Maria & di molti altri Sancti & Sancte | & a salute & consolatione di tutte le contemplatiue & di | uote anime Christiane: le quale Laude sono scripte insu la | tauola per Alphabero (sic) & a quante carte: & il modo come | si cantano tucte ordinatamente correcte in lingua Toscha | & hystoriate. Cum Gratia. [Con una silografia.] L' esemplare della Palatina che ho avuto sott' occhio manca delle ultime carte; ma probabilmente è l' edizione di Venezia del Bindoni (1512). — Le solite laudi della Lucrezia come nelle precedenti stampe. V. Lavde devete compo | ste da diverse perso | ne spiritvali
| ad honore dell' omnipotente Iddio, & della | gloriosa
& sempre Vergine Maria, | & de tutti i suoi santi, & | a
consolatione dei | suoi deuoti || Con una silografia che ha
intorno la leggenda:
In queste uanità ch' ogni un desia, V. Libro Primo | delle lavdi spiritvali | da diversi eccell.
e divoti avtori, | antichi e moderni composte. | Le quali si
vsano cantare in Firenze nelle Chiese doppo il Vespro | ò
la Compieta à consolatione & trattenimento | de' diuoti
Serui di Dio. | Con la propria Musica e modo di cantare
VI. Laude deuote per la nativita del nostro | Signore
Jesu Christo, con vna aggiunta | di due bellissime laudi.
[Con una silografia]. Senza indicazione tipografica e s. a.,
ma probabilmente è degli ultimi del Cinquecento. VII. Lavdi devote | per la nativita del | Nostro Sig.
Giesv Christo | Con una aggiunta di due Laudi | bellissime
| [Con una silografia] || In Firenze, Alle Scale di Badia.
S. d. ma dei primi del sec. XVII. Un esemplare è
VIII. Laude devote | per la Nativita | del nostro Signore | Giesv Christo | Ristampate con aggiunta di due Laude bellissime. [con una silografia] || In Firenze & in Pistoia, per Pier' Antonio Fortunati | Con licenza de' Superiori. S. d. ma circa della metà del sec. XVII. Un esemplare è nella Palatina di Firenze (E. 6, 7, 55). — Come nelle due precedenti. IX. Rime sacre | del Magnifico | Lorenzo de' Medici | Il Vecchjo | Di Madonna | Lucrezia sua madre | e d' Altri della stessa Famiglia | Raccolte e d' Osservazioni Corredate | Per Francesco Cionacci | Sacerdote Fiorentino | & Accademico Apatista | All' Illustrissimo Signore | Manfredi Macigni. || In Firenze l' Anno 1680 con Licenza de' Superiori | Alla Stamperia nella Torre de' Donati. — Le stesse laudi che nelle edizioni più antiche e nello stesso ordine, rispettivamente alle pagg. 68, 70, 71, 72, 73 e 75. X. Rime sacre | Del Magnifico | Lorenzo de' Medici | Il vecchio | Di Madonna | Lucrezia sua madre | e d' altri della stessa famiglia; | Raccolte e d' Osservazioni corredate | Per Francesco Cionacci | Sacerdote Fiorentino | Ed Accademico Apatista | Edizione seconda. || Bergamo | Appresso Pietro Lancellotti | 1760 | Con permissione. — Le laudi della L. sono alle pagg. 71, 73, 74, 75, 76 e 78. XI. La storia di Girolamo Savonarola e de' suoi tempi, narrata da Pasquale Villari con l' aiuto di nuovi documenti, Volume secondo Firenze, Felice Le Monnier, 1861. — Documenti, CXXX, Ecco il Messia. XII. Poesie di Fra Girolamo Savonarola tratte dall' autografo || In Firenze, Presso Antonio Cecchi, Libraio in Piazza del Duomo accanto all' Opera, 1862. — A pag. 30: In nativitate domini Ecco il Messia. [p. XXIII] XIV. La laude Ecco il Messia si trova riprodotta nelle ultime edizioni della citata Storia di Girolamo Savona rola del Villari e nella Scelta di prediche e scritti di Girolamo Savonarola, pubblicata da P. Villari ed E. Casanova (Firenze, 1899).
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