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Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli Frontmatter and Commentary Edited by Cesare Guasti Firenze: G. C. Sansoni, 1877 LETTERA TRENTANOVESIMA: ANNOTAZIONI |
ANNOTAZIONE A
[p. 349] Nei Ricordi de' Rinuccini, stampati dall'Aiazzi nel 1840, fra' falliti del 1464 si rammenta Lodovico Strozzi e fratelli, figliuoli di Francesco di Benedetto di Caroccio, per 32 mila fiorini in circa.
La morte di Cosimo portò grandi fallimenti in Firenze: cosa
notata dagli storici. E molti documenti ci darebbero le. carte
Strozziane; ma uno solo ne do qui,
= Spectabili viro Philippo de Strozzis, Spectabilis vir et frater k. Io rispuosi ec...To maso sarà tornato di costa; e per lui ti scrissi quello che mi pareva che tu avessi a fare per quella licenzia di che mi ragionò tua madre. Non c'è niuna via che mi dia speranza poterti satisfare, se non quella: e le lettere ti sarà agevole averle; e noi faremo quello potremo per satisfare a te e al contentare tua madre .... Questi falliti hanno fatto dimenticare mandare uno imbasciadore di costa: e fece male principio Matteo: e l'ultimo fiorentino è Giovanfrancesco. Ricevono molti mercatanti nostri grande picchiata, e non so com'e fatti loro si passeranno. Questo è il maggiore caso che sia intervenuto in questa città dal 1339 in qua: e a' poveri manca il pane, e a' ricchi il cervello, e a' savi il senno. Abbiamo bisogno dello aiuto di Dio. Ma queste parole non le spandere fuori di te. Per la presente non t'ho da dire altro, se non ch'io mi raccomando a te. Dat. Florentie, XXII decembris 1464. ANGELUS ACCIAROLUS. =
Le parole fece male principio Matteo, sono spiegate dai Ricordi del
Rinuccini (Firenze, 1840): « A di 13 di novembre si scoperse fallito
Matteo di Giorgio del maestro Cristofano, il quale si tirò poi
drieto molti altri ec. ».
Ma forse nessun fallimento fece strepitare tanto i fiorentini quanto
quello di Giovanfrancesco Strozzi, che
= Del fatto di Giovanni Francesco dite vorresti vi si desse avviso di
quello n'abbiàno. A che vi dico che vi s'è mandato per
più nostri mercatanti per intendere la sua intenzione di quello
vuol fare. Ed in fine, vuole dare certo sale e pelle; che tra la
mercatanzia strana e 'l sopramettere, toccava pochi soldi per lira.
Loro e' non si sono voluti accordare, i creditori. Poi lui ha fatto uno
mangiare a più nostri fiorentini; e fece dimostrazione di festa
co'figliuoli, co perle e gioie e arienti assai: e poi dicono disse:
« Questi non voglio diminuire per pagarvi »; e tale parole, per modo
quasi pare loro lui gli dileggi. E n'hanno fatto caso per modo se
n'è scritto al Marchese: e ragionavano di dargli bando di
rubello, e chi di taglia drietogli. E per ancora la cosa si sta
così; ma in cattivo openione ne sono questi nostri, e perduto
Noto poi, che la nipote di Giovanfrancesco, ricordata dalla nostra Alessandra, è quella Marietta di Lorenzo di cui avemmo occasione di parlare a pag. 298; la quale, dopo tante cavallerie, ond'era stata onorata pochi mesi prima, ora non sarebbe parsa mal collocata con un mercante, e figliuolo della vedova di Matteo Strozzi! Carlo d'Iacopo di Piero Baroncelli, nato nel 1422, aveva fino dal 59 sposata la Tolomea o Bartolommea del conte Alberto de' Bardi di Vernio, con dote di mille fiorini. Ebbe dal padre, che fece testamento l'8 agosto del 1465, insieme col fratello Matteo, per legato il palazzo che era sul poggio Baroncelli (poi villa del Poggio Imperiale): e da Francesco suo figliuolo comincia il ramo di Avignone, che nel secolo passato volle riconoscere le memorie domestiche e averne copie autentiche. Carlo mori nel 1498.
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