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Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli Frontmatter and Commentary Edited by Cesare Guasti Firenze: G. C. Sansoni, 1877 LETTERA QUARANTUNESIMA: ANNOTAZIONI |
ANNOTAZIONE A
[p. 363] A San Quirico veniva poi Lorenzo; e di l a' sette di febbraio (gennaio porta la lettera, ma dev'essere errore) scriveva al fratello, dicendogli, fra l'altre cose:
= Del fatto mio, io mi stimavo, secondo lo scrivere mi fè
Tommaso e Carlo tre dì fa, essere a Firenze; e troppo vi sarei
suto, se col salvocondotto degli Otto e con uno loro famiglio vi fossi
volsuto andare, come l'altra volta: ma fu tra la Pratica chi mosse che,
non obstante questo, chi mi volessi fare male, mi potrebbe accusare per
ribello; imperò non v'ha Uficio abbi possanza dare tale licenza,
se non per balia. Mona Alessandra scrive largo sopra di ciò; e
non li è parso io mi debbia mettere a questo, se non la daranno
in altra forma. Sommi accordato, con tutto non era però da farne
tanto caso: ma m'ha fatto soprastare; perchè intendo vogliono in
ogni modo el S. Re sia servito: e volendo, troveranno el modo sicuro,
secondo mi riferisce Tommaso, domani. E doverrà essere la
sigurtà valida, se fare la vorranno;
Antonio Pucci, o di Puccio (che da qui avanti sarà il 56) metteva fuori la sua potenza pel favore di Piero de' Medici: e quantunque mercante, bisognava che il Re si degnasse raccomandare anche a lui gli esuli figliuoli di Matteo Strozzi. Ved. la nota (F) a pag. 329. Maso di Geri della Rena fu gonfaloniere nel primo bimestre del 1464 ab Inc.
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