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Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli Frontmatter and Commentary Edited by Cesare Guasti Firenze: G. C. Sansoni, 1877 LETTERA CINQUANTACINQUESIMA: ANNOTAZIONI |
ANNOTAZIONE A
[p. 490] = Del restare di Pandolfo « (scriveva il Parenti a Filippo) » e sua malattia dispiacemi assai. Confortalo per mia parte: e del consiglio gli dài non venga per mare, mi piace assai. Terrollo segreto quanto mi scrivi; e della galea offerta, e vicitazioni del Re intendo, piacemi. = Nella Lettera LVII la dice morta. Di questa rarissima donna, che nacque de' Bardi, e fu moglie dell'infelice Lorenzo Strozzi, scrisse la Vita Vespasiano cartolaio. Di questo Matteo, che fece la prodezza qui narrata, ved. a pag. 350; e s'intenderà perchè si trovasse sostenuto nelle Stinche. Piero de' Medici, con quegli altri « gran maestri », non ostante la sua gotta, s'era piantato in Santa Croce, dove stando le borse, si faceva anche l'operazione del serrarle. Non potendo impedire, voleva almeno vedere i fatti suoi! Alla poca o punta bellezza di madonna Ippolita, andata sposa al figliuolo del Re di Napoli, si accenna anche altrove. Buona e bella voleva l'Alessandra che il suo Filippo trovasse la moglie.
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