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Carteggio raccolto e pubblicato da Ermanno Ferrero e Giuseppe Müller Torino: E. Loescher, 1892 La promessa di pubblicare il carteggio di Vittoria Colonna, da noi fatta allorchè abbiamo dato alla luce la versione del libro di Alfredo Reumont narrante la vita di questa donna illustre [1] e ripetuta quando abbiamo stampato parecchie lettere inedite di lei [2], è ora mantenuta. Siamo certi che, al pari di noi, il lettore non avrà appieno soddisfatto il suo desiderio di trovarsi sott'occhio un copioso numero di lettere scritte da Vittoria o da lei ricevute; e perciò vogliamo ragguagliarlo brevemente delle indagini da noi compiute, acciocchè resti persuaso che non abbiamo tralasciato alcuna cura per rendere più ricca la nostra raccolta.
Vivendo ancora Vittoria, stampavasi una diecina di
sue lettere in due di quelle collezioni di lettere di celebri
Di soli due nuovi documenti si accrebbe l'epistolario di Vittoria dopo il secolo XVI e prima del nostro; cioè di una lettera a Paolo Giovio, che faceva parte di una collezione olaudese, nel cui catalogo è stampata, e ora si trova nella biblioteca Ambrosiana [4], e di un'altra al cardinale Marcello Cervini, pubblicata dal Tiraboschi [5]
Pietro Ercole Visconti nella sua edizione delle rime
di Vittoria, uscita nel 1840, ripetè una letterina della
Al contrario, nel 1878, Giuseppe Campori accuratamente
riprodusse il testo genuino di diciotto lettere di Vittoria
appartenenti agli archivii di Stato di Modena, Mantova e
Firenze ed alla propria collezione
[3] Precedentemente
egli aveva pubblicato cinque lettere della marchesa a
Michelangelo Buonarroti ed una a Carlo Gualteruzzi
[4],
valendosi di antica copia da lui posseduta. Delle prime
una esiste nel museo Britannico e fu data dal Grimm
nella sua vita di Michelangelo
[5], gli autografi delle
Le lettere menzionate, oltre ad una a Berardino Rota edita dall'abate Antonio Ceruti [2], ad un'altra a Giulia Gonzaga inserita nel processo del Carnesecchi, del quale pubblicò un estratto Giacomo Manzoni [3], e ad alcuni tratti di lettere ai cardinali Morone e Polo non esattamente riprodotti dal Cantù [4], costituivano la collezione epistolare di Vittoria, di cui si potè servire il Reumont per dettarne la biografia. Lo storico tedesco ebbe pure a sua disposizione copia di una lettera della marchesa all' imperatore Carlo V del 1525, che in parte inserì, traducendola, nel suo libro e noi riproducemmo nella lingua originale [5] A lui sfuggirono due altre lettere di Vittoria, l'una al marchese di Pescara compresa nella vita di lei scritta dal contemporaneo Filonico Alicarnasseo e stampata solo nel 1844 dal Volpicella [6] che nell'autore pensò ravvisare Costantino Castriota, l'altra al Bembo, secondo una vecchia copia pubblicata da Anicio Bonucci. [7]
Al Reumont furono altresì utili in parte le lettere,
L'epistolario del Caro stampato nel secolo scorso per
cura del Seghezzi fece conoscere una lettera a Vittoria
mandata dal Guidiccioni
[9], alla quale altra fu aggiunta
nella raccolta delle opere del poeta lucchese curata dal Minutoli
Adunque le lettere stampate di Vittoria e de' suoi corrispondenti trovavansi sparse in non pochi libri ed opuscoli, alcuni dei quali rarissimi e quasi sconosciuti, allorchè, preparando la traduzione del volume del Reumont, fummo indotti a raccoglierle, confrontandole con gli originali superstiti ed andando in traccia di quelle ancora inedite.
Una ventina delle ultime (diciannove di Vittoria ed
Dall'Archivio di Stato di Modena provengono parecchie nuove lettere sfuggite al Campori: speravamo di trovarvi anche le minute delle lettere di Ercole II, duca di Ferrara, a Vittoria; le ricereò il cav. Cesare Foucard, già direttore di quell' archivio, ma indarno; forse perirono negl'incendii patiti dall'archivio estense, quando ancora trovavasi nella sede sua primitiva nel castello di Ferrara. Oltre alle nove lettere alla duchessa Eleonora di Urbino, edite dal Saltini (da noi rivedute sugli autografi), e ad una al duca Guidobaldo II, stampata dal Campori, nessuna altra di Vittoria si trova fra le carte urbinati custodite nell'archivio di Stato di Firenze. Il soprintendente degli archivii toscani, il comm. Cesare Guasti, con la sua consueta cortesia, ordinò ricerche in questo archivio, le quali non fruttarono che la copia di una lettera a Ludovico Dolce, pubblicata fin dal secolo XVI [1]
Più felice risultamento ebbero le indagini del dottor
Alessandro Luzio nell'archivio di Stato di Mantova, già
esplorato pure dal Campori. Vi scoprì in fatti tre lettere
della marchesa a Fabrizio Peregrino, ambasciatore mantavano
Questo scritto del Luzio e le due collezioncine di documenti
vaticani intorno alla marchesa di Pescara pubblicate
dal professore Bartolommeo Fontana
[3] sono i
soli lavori, che, dopo il libro del Reumont, abbiano accresciuto
di nuove notizie la vita della Colonnese
[4] La
accurata ricerca di lettere di Vittoria e di minutè di
brevi a lei spediti da Clemente VII e Paolo III fatta
dal Fontana nell'archivio Vaticano ci dispensò di tentarne
altra per nostro conto. Una lettera della marchesa da
noi stampata
[5] accenna ad altra, ch'ella inviò a Paolo III
e non fu trovata nell'archivio; probabilmente a questa
smarrita e ad una, che tuttora si conserva
[6] non si
Nel secondo suo lavoro il Fontana ai documenti vaticani aggiunse altri ricavati da un codice della biblioteca comunale di Camerino, scritto nella seconda metà del secolo XVI. Ripetemmo nella nostra collezione la lettera della regina Margherita di Navarra a Vittoria conservata in questo codice [1] ma non osammo riprodurre come di Vittoria due scritture ascetiche, di cui l'una indirizzata al Priuli. La lunghissima e stentata metafora, che dura per tutto questo scritto di più pagine, non ci sembra propria dello stile della marchesa anche quando essa ricorreva agli artificii della retorica. Quanto all'altra scrittura l'avremmo esclusa dalla nostra raccolta, non essendo indirizzata ad alcuna persona, anche se non avessimo la persuasione che essa non è opera di Vittoria; del resto, l'editore stesso dichiaò di attribuirgliela con minor fiducia della prima.
L'archivio dell'abazia di Monte Cassino ci fornì lettere
autografe od in copia in due quaderni del secolo XVI
[2]
Il conte Giuseppe Trivulzio ci trascrisse dal processo
del cardinale Morone conservato in copia nel ricco archivio
di suo suocero, il duca Tommaso Scotti-Gallarati,
a Milano, dodici lettere della marchesa, delle quali una
sola e brevi parti di poche altre erano state riferite dal
Cantù, ma, come si è detto, imperfettamente e rimodernandone
la scrittura.
Negli archivii nazionali di Parigi e nella biblioteca nazionale di quella città Henry Forneron ricercò per noi se esistevano lettere di Vittoria Colonna alla regina di Navarra o ad altri personaggi della corte di Francesco I. Non ne trovò alcuna, ed avendo interrogato il direttore dell' archivio di Pau, ebbe risposta che niuna lettera di Vittoria, nè copie di lettere di Margherita alla marchesa esistono nell' archivio della capitale dell'antico regno di Navarra. Con animo dolente ripetiamo ora l'espressione della nostra gratitudine allo storico dei Guisa e di Filippo II, mancato immaturatamente nell'aprile del 1886.
Vittoria Colonna fu in corrispondenza con Carlo V
[1];
ma si conoscono due sole sue lettere all'imperatore
[2].
Con isperanza di trovarne delle nuove ci rivolgemmo al
direttore dell' archivio generale di Simancas, don Francisco
Diaz, il quale, con la più rara premura, fece compiere
una scrupolsa ricerca, nella quale niuna lettera
della marchesa fu trovata e si rinvennero due sole minute
di lettere a lei dell'imperatore, l'una già nota per
copie, cioè quella di congratulazione dopo la vittoria di
Pavia, l'altra, sconosciuta, di condolenza per la morte
del Pescara
[3]
Il compianto Gachard ci aveva pure assicurato non esistere negli archivii di Bruxelles niuno dei documenti da noi desiderati; per consiglio suo interrogammo la R. Accademia di storia di Madrid, donde ci fu mandata l'unica lettera di Vittoria all' imperatore da essa posseduta [1] L'ultimo luogo, a cui ci rivolgemmo, fu quello, dove ragionevolmente potevamo sperare di essere subito e nel miglior modo favoriti. Riscontrare nell'archivio Colonna sugli originali le lettere stampate dal Piccioni e cercare se ne rimaneva qualcun'altra inedita era il modesto desiderio, che esponemmo al principe don Giovanni Andrea Colonna, ragguagliandolo dell' indole del nostro lavoro, inteso ad illustrare la gloriosa sua antenata. Il principe, per via indiretta, ci fece sapere che avrebbe acconsentito a soddisfarci, quando da lui si sarebbe provveduto alla scelta di un nuovo archivista, essendo morto, dopo la presentazione della nostra richiesta, chi teneva questo ufficio nella sua casa.
La stampa del nostro volume, sospesa durante questa
non breve nè semplice pratica, fu da noi ripigliata, e
rinunciammo alla speranza di veder quelle lettere, di cui
Il nostro amico, il sig. Domenico Tordi, autore della monografia accurata e ricca di notizie sulla ricerca della tomba di Vittoria Colonna, che stampiamo in appendice, e la cui gentilezza nell'aiutarci non sapremmo abbastanza lodare, informato che nell'archivio del principe don Filippo Orsini trovavsi una letterina di Vittoria, di cui conosceva data e soggetto [3] chiese il permesso di averne copia. Il principe Orsini, fatta ricercare questa lettera priva d' importanza, negò la licenza di trascriverla.
Nella biblioteca del principe Barberini, liberalmente
aperta agli studiosi, il sig. Tordi cercò una lettera di
Vittoria al Bembo ed una a lei del Giberti, indicate
come comprese nel codice LXI, 3. Disgraziatamente queste
lettere con altri documenti più non si trovano, essendo
state trafugate da mano rapace. Lo stesso nostro amico
Ma tali esempii di scortesia e di grettezza sono fortunatamente rarissimi. Ai nomi di coloro, che ci fornirono aiuto per il nostro lavoro, adoprandosi per procurarci documenti o comunicazione di libri rari, dobbiamo ancora aggiungere quelli del conte Domenico Gnoli, prefetto della biblioteca nazionale Vittorio Emanuuele di Roma, del cav. Carlo Castellani, prefetto della Marciana di Venezia, del comm. Isaia Ghiron, prefetto della Braidense di Milano, dell'abate dott. Antonio Ceruti, già dell'Ambrosiana, del cav. G. Enrico Saltini dell'Archivio di Stato di Firenze, del barone Antonio Manno, della signorina Emma Regis, del dott. Beniamino Manzone, professore nel R. Liceo di Carmagnola, del comm. Vincenzo Promis, al quale dobbiamo di aver potuto riprodurre la medaglia di Vittoria dall'esemplare conservato nel Medagliere di S. M. a Torino.
Delle lettere di Vittoria Colonna solamente una piccola
parte è a noi pervenuta; ancor più ristretto è il numero
di quelle da lei ricevute. Un terzo appena delle lettere
comprese nel nostro carteggio è de' suoi corrispondenti.
Di pochissime di queste rimangono gli originali e solo
Niuna lettera abbiamo del marito a lei, una sola di
lei a questo (e si può dubitare non sia stata conservata
nella forma originale)
[2], niuna del marchese del Vasto,
Con l'Ariosto, col Molza, col Sadoleto, con Galeazzo di Tarsia e con altri ingegni, con cui fu in relazione nel tempo della sua giovinezza, è probabilissimo che abbia scambiato lettere, ma nessuna ci fu serbata, anzi manca interamente il suo carteggio nei primi trent'anni della vita; mancano le lettere ricevute dal Giberti nei primi tempi del pontificato di Clemente VII, alle quali essa stessa accenna nelle frequenti, che allora gl'inviava; ad un tratto cessano le lettere della marchesa al vescovo di Verona; pochissime del Giberti degli anni posteriori sono le reliquie di una corrispondenza, che ha dovuto essere assai attiva [1] Se il processo del cardinale Morone non avesse conservato con una al Polo ed un'altra al Priuli le lettere a lui scritte da Vittoria, niun documento epistolare di lei ci rimarrebbe a chiarire le sue relazioni con quel gruppo di uomini zelanti per il bene e la riforma della Chiesa, salvo la lettera a Giulia Gonzaga, anch'essa salvata da perdita perchè compresa nel processo di fede del Carnesecchi.
Dalle lettere al Morone appare ch' essa ne aveva sovente
da questo cardinale e dal Polo; ma, salvo due
Michelangelo Buonarroti scriveva a suo nipote Lionardo
avere della marchesa di Pescara: “un libretto in carta
pecora, che la mi donò circa dieci anni sono, nel quale
è cento tre sonetti, senza quegli che mi mandò poi da
Viterbo in carta bambagina, che son quaranta; i quali
feci legare nel medesimo libretto e in quel tempo li
prestai a molte persone, in modo che per tutto ci sono
in istampa. Ho poi molte lettere che la mi scrivea da
Non ostante queste molte ed ampie lacune, non è men vero, come affermò il Reumont, che “il carteggio della marchesa di Pescara, per quanto scarso, tuttavia ci offre notizie importanti sui sentimenti, sulle relazioni e sulle condizioni esterne di lei, intorno ai quali indarno cercheresti traccia nelle sue poesie, in parte la troveresti in essa molto incompiuta” [2]
Le lettere di Vittoria venute fuori dopo la stampa del
libro del Reumont, che c' incoraggiava a perseverare nel
nostro disegno di divenire editori del carteggio della Colonnese,
consentono di conoscerla meglio ancora. Le lettere
divulgate dal Fontana hanno rischiarato le relazioni di
lei con la corte pontificia, e, se ve n'era ancor d'uopo,
provato una volta di più la natura delle sue aspirazioni
e de' suoi sentimenti religiosi; quelle in difesa dei cappuccini
mostrato l'animo suo, che si accendeva per quanto
Gli ammiratori del bello stile epistolare non troveranno
certamente nelle lettere di Vittoria modelli di studio. Le
sue lettere migliori sono quelle stampate nel cinquecento,
nelle quali è evidente la traccia della penna dei segretarii
e degli editori. Il suo stile, quando è studiato, pecca
per l'artificiosità, vizio comune dell'epistolografia cinquecentistica
non attenuato neppure dalla forma ricca e corretta,
che si trova nelle lettere dei migliori. Quando
scrive alla buona, non è per fermo troppo duro il giudizio
del Foscolo che Vittoria Colonna scriveva come la
moglie di un fattore
[1]
Ma noi non pretendiamo di aggiungere un epistolario elegante di più ai molti, di cui è doviziosa la letteratura del cinquecento. Noi, raccogliendo i dispersi avanzi del carteggio di Vittoria [1], siamo stati mossi dal desiderio di agevolare la conoscenza intima di questa donna, di cui, più ancora che l'ingegno e il valore poetico, pensiamo sia da ammirare la bontà dell'animo aperto ai sentimenti più generosi, la immacolatezza della vita, l'ardore della fede, qualità, che lei, nata da una famiglia di ambiziosi e prepotenti, sposata ad un uomo, cui non furono ignote le passioni e la violenza, cresciuta in mezzo ad una società incredula e corrotta, collocano ad una tale altezza morale, a cui de' suoi contemporanei, concordi nell'ammirarla e nel riverirla, pochissimi sono pervenuti.
[p. [XXVIII]] LIBRI CONTENENTI LETTERE DI VITTORIA COLONNA PUBBLICATE PER LA PRIMA VOLTA
[p. XXIX]
[p. XXX]
[p. [XXXI]] LIBRI CONTENENTI LETTERE A VITTORIA COLONNA PUBBLICATE PER LA PRIMA VOLTA
[p. XXXII]
Notes Note from page [VII]: (1) Reumont, Vittoria Colonna. Vita, fede e poesia nel secolo decimosesto. Versione con aggiunte dell'autore. Torino, 1883. Note from page [VII]: (2) Alcune lettere inedite di Vittoria Colonna marchesa di Pescara, in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, vol. XIX, Torino, 1884, p. 1069-1094. Note from page VIII: (1) Nel Nuovo libro di lettere de i più rari autori della lingua volgare italiana, Vinegia, 1545, le lettere della nostra collezione CXLIV, CXLV, CLVI, CLX VIII, CLXIX, CLXX, e nella raccolta aldina delle Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini et eccellentissimi ingegni, libro primo, Vinegia, 1542, le lettere XXXVIII, LXXIV, CXII, CXLVII. Note from page VIII: (2) Lettere scritte al signor Pietro Aretino, 1551. Le lettere LIX, LXXXVII e XCVI. Note from page VIII: (3) Lettere di diversi Re et Principi el Cardinali et altri huomini dotti a Mons. Pietro Bembo, Venezia, 1560. È la lettera CXLIII. Note from page VIII: (4) Lett. XLI, già nella collezione Crevenna ad Amsterdam. Note from page VIII: (5) St. della lett. ital., t. VII, p. III, Modena, 1779, p. 43 nota. Lett. CXLIX. Note from page IX: (1) Le rime di Vittoria Colonna corrette su i testi a penna pubblicate con la vita della medesima, Roma, 1840, p. CXIV. Note from page IX: (2) Nella traduzione della Vita e ponlificato di Leone X Roscoe, t. X, Milano, 1817, p. 158. È la lett. XC del nostro volume. Note from page IX: (3) Rime e lettere di Vittoria Colonna marchesana di Pescara, Firenze, 1860. Note from page IX: (4) Nel lavoro del Bustelli, La vita e la fama di Vittoria Colonna (Rivista bolognese di scienze, lettere ed arti, vol. I, 1867, p. 349-359, 470-490) sono riprodotte le lettere all'Aretino e quelle al Giovio (n. XLI) ed al Bembo (n. CXLIII) mancanti nell'edizione del Saltini. Note from page IX: (5) Niccolini, Filippo Strozzi, Firenze, 1847, p. 259. Lettera LXXXVI. Note from page IX: (6) Lett. XLIX, L, LI, LIII, LIV, LV, LVI, LXI. Note from page X: (1) Lettere di Vittoria Colonna tratte da un codice della Capitolar biblioteca di Verona, Verona, 1868. Lett. II-XVIII. Note from page X: (2) Lettere inedite di Vittoria Colonna ed altri documenti storici relativi ai Colonnesi, Roma, 1875. Lett. XCIX, CXXVIIICXXXVII, CLXVI, CLXXVI. Note from page X: (3) Vittoria Colonna, in Atti e memorie delle RR. Dep. di st. patr. per le prov. dell'Emilia, nuova serie, vol. III, parte II, Modena, 1878. Lett. I, XLV, XLVII, LXVI, LXVII, LXXXIII, LXXXV, CIII, CV, CVII, CVIII, CX, CXIII, CXXVII, CLV, CLIX, CLXII, CLXXIII. Note from page X: (4) Lettere artistiche inedite, Modena, 1866, p. 12-15. Lettere CXXII-CXXIV, CLVII, CLVIII, CLXXXII. Note from page X: (5) Leben Michelangelo's, 3e Aufl., Hannover, 1868, vol. III, p. 340. Lett. CXXIII. Note from page XI: (1) Lett. CXXII, CXXIV, CLVII, CLXXXII. Note from page XI: (2) Lettere inedite di dotti italiani del sec. XVI tratte dagli autograsi della Biblioteca Ambrosiana, 1867, p. 5. Lettera LX. Note from page XI: (3) In Misc. di. st. ital., t. X, Torino, 1870, p. 496. Lett. CXLII. Note from page XI: (4) Gli eretici d' Italia, vol. I, Torino, 1865, p. 415 e segg. Note from page XI: (5) Pag. 64. Note from page XI: (6) Museo di scienze e letteratura, nuova serie, anno I, vol. III, Napoli, 1844, p. 175. Lett. CLXXXIII. Note from page XI: (7) Lettere volgari di diversi nobilissimi uomini ed eccellentissimi ingegni del secolo XVI, Firenze, 1865. Lett. CLX. Note from page XII: (1) Nel libro primo delle Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini le lett. CIX, CXV, CXVI, CXVIII, CXX, e nel secondo (Vinegia, 1545) le lett. XIX, XXXIV, CXIV. Note from page XII: (2) Vedi p. 191, nota 1 del nostro libro. Note from page XII: (3) Nel primo libro (Venetia, 1538) la lett. LXXXVII, e nel secondo (1542) le lett. LXXXIX, XCI, XCVIII. Note from page XII: (4) Lettere, Vinegia, 1547. Lett. XLIII e L VII. Note from page XII: (5) Lettere, Vinegia, 1551. Lett. CLXXVIII-CLXXXI. Note from page XII: (6) Lettere, Vinegia, 1552, vol. IV. Lett. XL. XLIV, LII, LVIII, XCIII, C. CII, CIV, CXL, CXLI. Note from page XII: (7) Nel libro II le lett. XXX, XXXII, XXXIII, XXXV, nel III la lett. XXXVI. Note from page XII: (8) Le mentite ochiniane, Vinegia, 1551, c. 8. Lett. CXLVI. Note from page XII: (9) Caro, Lettere familiari, vol. III, Padova, 1785, p. 252. Lett. CXI. Note from page XIII: (1) Firenze, 1867, vol. I, p. 225. Lett. CXXVI. Note from page XIII: (2) Pars III, Brixiae, 1748, p. 77. Lett. CXXXIX. Note from page XIII: (3) Racc. di lett. sulla pittura, scultura ed architettura, vol. I. Milano, 1882, p. 12. Note from page XIII: (4) Lett. di Michelangelo Buonarroti, Firenze, 1875, pag. 514, 515. Lett. CXXI, CXXV. Note from page XIII: (5) Lett. XCIX, CXXXI, CXXXIV, CXXXVI, CXXXVII. Note from page XIII: (6) Pag. 63. Lett. XX. Note from page XIII: (7) Pag. 258. Lett. CLXXIV. Note from page XIV: (1) Lett. LXXIV. Nello stesso archivio è in copia la lettera LXXXVI stampata dal Bigazzi. Note from page XV: (1) Vittoria Colonna, in Rivista storica mantovana, vol. 1, Mantova, 1885, p. 1-54. Lett. XLVI, LXVIII, LXIV, LXV. Note from page XV: (2) Lett. XLII, XLVIII, LXXXIV. Note from page XV: (3) Documenti vaticani di Vittoria Colonna marchesa di Pescara per la difesa dei cappuccini, in Arch. della R. Soc. rom. di st. patr., vol. IX, Roma, 1886, p. 345-371. Lett. LXII, LXVIII, LXXI, LXXV, LXXVI, LXXIX. Nuovi documenti vaticani sulla fede e sulla pietà di Vittoria Colonna, ibid., vol. X, 1887, p. 595-629. Lett. XXII, XXIII, XXIV, XXVII, CLXVII, CLXVII, CLXXVII. Note from page XV: (4) L'opuscolo del prof. Alessandro Morpurgo, Vittoria Colonna, cenni storici e letterari, Trieste, 1888, non reca nuovi documenti. Note from page XV: (5) Lett. LXXVII. Note from page XV: (6) Lett. CLXXVII. Note from page XVI: (1) Lett. CLXVII. Note from page XVI: (2) Lett. XXV, XXVI (della duchessa di Franca villa), XXVIII, XXIX, XXXIX, LXIX, LXXII, LXXVIII, LXXX, LXXXI, LXXXII, CXVII. Uno die quaderni contenenti tali copie è del 1565 ed ha per titolo: Copia delle lettere della marchesana di Pescara per la terru del Colle di S. Magno; l'altro, del 1549, è intitolato: Documenta quaedam scripturarum pro castro Collis Sti Manni ab anno Domini 1501 usque ad annum 1549 contra Marchionem Vasti detentorem prefati Castri et successorem domini Tranellae primi spoliatoris. Indichiamo, nelle nostre citazioni, il primo col numero I, il secondo con II. Note from page XVII: (1) Lett. XCVII e CLXV. Note from page XVII: (2) Negl' indici delle due ultime migliaia dei codici vaticani trovò indicata Vittoria Colonna senz'altro nei codici 9065, collettanee del Marini, e 9286, carte del Mazucchelli, ma nulla rinvenne nell' inventario corrispondente e nei codici stessi. Note from page XVII: (3) Lett. CXII e CXIX. Note from page XVII: (4) Lett. LXXVII. Note from page XVII: (5) Il Benrath (Bernardino Ochino von Siena, Leipzig, 1875, p. 30) cita una lettera della balìa di Siena del 4 giugno 1544 ad una « illustrissima et eccellentissima madama », che egli dice esser forse Vittoria Colonna. Abbiamo fatto riscontrare la lettera (Arch. di Stato di Siena, copialettere, vol. 381); essa è diretta a Margherita d'Austria, acciocchè interceda presso il papa perchè I'Ochino sia mandato a predicare a Siena. Carleggio di Vittoria Colonna. Note from page XVIII: (1) Le lett. dell' imperatore, n. XCIX, CXXXVI, CXXXVII sono in risposta ad altre della marchesa. Note from page XVIII: (2) Lett. XXI e CLXXXV. Note from page XVIII: (3) Lett. XX e XXXI. Note from page XIX: (1) Lett. XXXVII. Note from page XX: (1) Lett. CLXXXV. Note from page XX: (2) Lettera commendatizia al fratello Ascanio senza data; lettera al nipote Fabrizio duca di Marsi, dal convento di San Silvestro in Capite (1541) sull'esclusione delle donne dalla successione nei feudi in terra di Roma (cf. lett. CLXVI). Note from page XX: (3) Vedi lett. CLXXXIV. Note from page XXII: (1) Lett. LXXXIV, e quelle di Carlo V n. XCIX, CXXXVI, CXXXVII, da lei mandate al fratello Ascanio. Note from page XXII: (2) Lett. CLXXXIII. Il Giovio parla di lettere scritte da Vittoria al marito per dissuaderlo dall'accettare la corona di Napoli offertagli dai nemici dell'imperatore: “Non videtur hoc loco praetermittendum quod de Piscariae uxore Victoria Columna, incomparabilis ingenii muliere, certa et constanti multorum fama audivimus, ne ea scilicet, quae cuncta alia praeter decus facile semper contempsit, merita laude fraudetur. Ad primum enim agitati eius consilii rumorem ita exhorruisse dicitur, ut continuo nequaquam muliebri ambitione vel tanto regiae fortunae titulo pellecta, id munus castis auribus repudiaret virilique prorsus et gravi ratione eas spes uti nefarias vel certe parum decoras protinus abiiciendas iudicaret et subinde virum alias sibi rerum omnium cosilia communicare solitum per literas, quas sublimi eruditoque ingenio perscribebat etiam atque etiam precaretur, ut pristinae virtutis memor esse vellet, cuius existimatione ac laude multorum regum fortunam et gloriam anteiret. Neque enim regnorum ac opum amplitudine et speciosis titulis, sed illustri fide contestataque virtute parari decus, quod ad posteros rediviva cum laude propagetur. Nec ullum esse tam excelsum regii nomini fastigium, quod non facile una perfectae virtutis altitudine superetur. Propterea se nequaquam optare, ut regis sit uxor, quum eius imperatoris esse maluit, qui magnos reges non bello tantum praestanti manu, sed in pace etiam eximio invicti rectique animi decor superare didicerit” (Vita Ferd. Davali Piscarii, nelle Illustrium virorum vitae, Florentiae, 1551, p. 424 e seg.). Vedi anche Varchi, Stor. fior., vol. I, p. 30 (ed. di Milano, 1803) e l'osservazione del Reumont, p. 82. Note from page XXIII: (1) Il conte Carlo Cipolla, che ci riscontrò le anzidette lettere della Colonnese al Giberti, ci assicurò non esisterne altre nell'archivio capitolare di Verona, che più volte fu soggetto a guasti e a dispersioni. Note from page XXIV: (1) Nel libro intitolato: Quattro lettere di Monsig. Gasparo Contarino Cardinale, Fiorenza, 1558, p. 57-76, ve n' ha una alla marchesa di Pescara, la quale non è altro che una dissertazione sul libero arbitrio, che, senza l'indirizzo, è ripetuta in latino nelle Opere del cardinale stampate a Parigi, 1571, p. 597-603. La detta dissertazione è del 1536. Note from page XXIV: (2) Lett. CXLVI. Da Ginevra l'Ochino scrisse ancora una lettera a Vittoria, ch'essa mandò al cardinale Cervini. V. lett. CXLIX. Note from page XXV: (1) Lett. 7 marzo 1551, in Milanesi, Lettere di Michelangelo Buonarroti, p. 272, n. CCXLIII. Note from page XXV: (2) Pag. VIII. Note from page XXVI: (1) Lettera a lord Holland, 13 settembre 1824, in Epistolario raccolto ed ordinato da F. S. Orlandino e da E. Mayer, vol. III, Firenze, 1854, p. 161 (vol. VIII delle Opere) Note from page XXVII: (1) Se il arteggio della marchesa di Pescara fosse più abbondante, avremmo tralasciato di riportare testualmente parecchie lettere di mediocre o niuna importanza. Abbiamo cercato di riprodurre esattamente il testo delle lettere sì autografe come conservate in copia od in antiche stampe. Indicammo in queste ultime a piè di pagina le correzioni, che ci paiono necessarie, e tra uncini nel testo le parole evidentemente dimenticate. Seguimmo un modo uniforme nella punteggiatura e nelle maiuscole Note from page [XXXI]: (1) Non abbiamo potuto trovare la precedente edizione fatta in Venezia du Francesco Marcolini nell'agosto 1538, nè quella dello stesso stampatore del 1537, prima edizione del primo libro delle lettere dell'Aretino, nella quale però non crediamo si trovi l'unica lettera a Vittoria di quel libro, avendo essa la data del 4 novembre 1537. Note from page XXXII: (1) Non avendo potuto trovare nelle nostre ricerche in pubbliche e private biblioteche questa prima edizione del secondo libro delle lettere dell'Aretino, citiamo nella nostra raccolta la seconda, che uscì nel 1547, senza nome di luogo e di officina. Note from page XXXII: (2) Vedi pag. 206 del nostro volume.
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