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Vittoria Colonna
Carteggio raccolto e pubblicato da Ermanno Ferrero e Giuseppe Müller
Torino: E. Loescher, 1892

[p. [VIII]]
PREFAZIONE

La promessa di pubblicare il carteggio di Vittoria Colonna, da noi fatta allorchè abbiamo dato alla luce la versione del libro di Alfredo Reumont narrante la vita di questa donna illustre [1] e ripetuta quando abbiamo stampato parecchie lettere inedite di lei [2], è ora mantenuta.

Siamo certi che, al pari di noi, il lettore non avrà appieno soddisfatto il suo desiderio di trovarsi sott'occhio un copioso numero di lettere scritte da Vittoria o da lei ricevute; e perciò vogliamo ragguagliarlo brevemente delle indagini da noi compiute, acciocchè resti persuaso che non abbiamo tralasciato alcuna cura per rendere più ricca la nostra raccolta.

Vivendo ancora Vittoria, stampavasi una diecina di sue lettere in due di quelle collezioni di lettere di celebri
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personaggi, delle quali compiacevasi il secolo XVI [1] Pochi anni dopo la morte di lei, Pietro Aretino, divulgando le lettere, inviategli da persone illustri, ve ne inchiudeva tre della Colonnese [2] ed, alcun tempo appresso, la stampa di un volume di lettere scritte al Bembo faceva conoscere un' altra lettera della marchesa di Pescara [3] Questo volume doveva essere primo e restò unico: se la raccolta fosse stata proseguita, certamente avrebbero visto la luce altre lettere di Vittoria al suo amico veneziano.

Di soli due nuovi documenti si accrebbe l'epistolario di Vittoria dopo il secolo XVI e prima del nostro; cioè di una lettera a Paolo Giovio, che faceva parte di una collezione olaudese, nel cui catalogo è stampata, e ora si trova nella biblioteca Ambrosiana [4], e di un'altra al cardinale Marcello Cervini, pubblicata dal Tiraboschi [5]

Pietro Ercole Visconti nella sua edizione delle rime di Vittoria, uscita nel 1840, ripetè una letterina della
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poetessa al Trissino [1] che già era stata edita dal Bossi [2] Egli manifestò l'intenzione di far seguire alla raccolta delle poesie anche quella delle lettere. Ma tale intenzione non fu mandata ad effetto. Vent'anni dopo, G. Enrico Saltini pubblicava le rime e le lettere di Vittoria Colonna [3], comprendendo in queste ultime le lettere stampate nel cinquecento (salvo le tre all'Aretino e quella al Bembo) [4], quelle date in luce dal Tiraboschi e dal Bossi ed una inserita dal Bigazzi fra i documenti, che accompagnano il Filippo Strozzi del Niccolini nell'edizione fiorentina del 1847 [5] A queste tredici letter già note il Saltini aggiunse nove inedite ad Eleonora Gonzaga della Rovere, duchessa di Urbino, tratte dall'Archivio di Stato di Firenze [6] Ma oltre alle date arbitrariamente aggiunte ed a note non sempre esatte, queste nuove lettere di Vittoria sono state in qualche punto trascritte incorrettamente; sempre poi ne fu rimodernata l'ortografia. Lo stesso rimodernamento
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della scrittura fu fatto da monsignor Giovanni Battista Carlo Giuliari nella stampa, curata nel 1868, di sedici lettere di Vittoria a Giovan Matteo Giberti e di una a Baldassarre Castiglione ricavate da una copia della biblioteca Capitolare verouese [1]; ed in parte anche da Giuseppe Piccioni nelle lettere (in numero di otto) di Vittoria, che insieme con alcune a lei, gli atti de' suoi sponsali col marchese di Pescara ed altri documenti, che concernono casa Colonna, trasse dall' archivio di questa famiglia e pubblicò nel 1875 [2]

Al contrario, nel 1878, Giuseppe Campori accuratamente riprodusse il testo genuino di diciotto lettere di Vittoria appartenenti agli archivii di Stato di Modena, Mantova e Firenze ed alla propria collezione [3] Precedentemente egli aveva pubblicato cinque lettere della marchesa a Michelangelo Buonarroti ed una a Carlo Gualteruzzi [4], valendosi di antica copia da lui posseduta. Delle prime una esiste nel museo Britannico e fu data dal Grimm nella sua vita di Michelangelo [5], gli autografi delle
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altre quattro [1] si conservano nel museo Buonarroti di Firenze, ove ci furono trascritti da persona amica.

Le lettere menzionate, oltre ad una a Berardino Rota edita dall'abate Antonio Ceruti [2], ad un'altra a Giulia Gonzaga inserita nel processo del Carnesecchi, del quale pubblicò un estratto Giacomo Manzoni [3], e ad alcuni tratti di lettere ai cardinali Morone e Polo non esattamente riprodotti dal Cantù [4], costituivano la collezione epistolare di Vittoria, di cui si potè servire il Reumont per dettarne la biografia. Lo storico tedesco ebbe pure a sua disposizione copia di una lettera della marchesa all' imperatore Carlo V del 1525, che in parte inserì, traducendola, nel suo libro e noi riproducemmo nella lingua originale [5] A lui sfuggirono due altre lettere di Vittoria, l'una al marchese di Pescara compresa nella vita di lei scritta dal contemporaneo Filonico Alicarnasseo e stampata solo nel 1844 dal Volpicella [6] che nell'autore pensò ravvisare Costantino Castriota, l'altra al Bembo, secondo una vecchia copia pubblicata da Anicio Bonucci. [7]

Al Reumont furono altresì utili in parte le lettere,
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che da personaggi del tempo, a cominciare dai papi e dall' imperatore, furono scritte a Vittoria Colonna. Una delle raccolte di lettere di chiari ingegni del secolo XVI, nella quale se ne leggono di Vittoria, ne contiene a lei di Baldassarre Castiglione, Giovan Matteo Giberti, Luigi Alamanni, Pier Paolo Vergerio, Margherita, regina di Navarra; in tutto otto [1], numero, che scema di due nelle edizioni posteriori [2] Gli epistolarii di Pietro Aretino [3], Claudio Tolomei [4], Bernardo Tasso [5] Pietro Bembo [6] ci conservarono lettere di questi scrittori alla marchesa di Pescara. Tre del Giberti, una del Castiglione ed una del Sanga fanno parte della celebre raccolta delle Lettere di Principi [7], ed una di Bernardino Ochino fu data da Girolamo Muzio [8]

L'epistolario del Caro stampato nel secolo scorso per cura del Seghezzi fece conoscere una lettera a Vittoria mandata dal Guidiccioni [9], alla quale altra fu aggiunta nella raccolta delle opere del poeta lucchese curata dal Minutoli
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[1] Una lettera latina del Polo alla marchesa si legge nelle lettere di questo cardinale pubblicate verso la metà del secolo passato [2] Una del Buonarroti fu per la prima volta stampata dal Bottari [3] con falso indirizzo, corretto dal Milanesi, che la riprodusse, con altra inedita, nella sua edizione delle lettere del sommo artista [4]. Due lettere di Ascanio Colonna e tre di Carlo V si trovano nel già citato opuscolo del Piccioni [5] Un' altra di Carlo V congratulantesi con la marchesa per la vittoria di Pavia conseguita dal marito, fu data, ma tradotta dal latino, dal Reumont e da noi nella nostra versione [6] nella quale abbiamo pure riprodotto in parte il testo di una lettera italiana del Polo a Vittoria, secondo una copia della biblioteca Marciana [7].

Adunque le lettere stampate di Vittoria e de' suoi corrispondenti trovavansi sparse in non pochi libri ed opuscoli, alcuni dei quali rarissimi e quasi sconosciuti, allorchè, preparando la traduzione del volume del Reumont, fummo indotti a raccoglierle, confrontandole con gli originali superstiti ed andando in traccia di quelle ancora inedite.

Una ventina delle ultime (diciannove di Vittoria ed
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una a lei della duchessa di Francavilla) pubblicammo in attesa di dar tutto il carteggio, che ora mandiamo alla luce, rivolgendo caldi ringraziamenti a quanti ci aiutarono nelle nostre ricerche e ci furono largitori di notizie e di trascrizioni di lettere. I nomi di questi cortesi segnammo a piè delle lettere, di cui dobbiamo a loro comunicazione.

Dall'Archivio di Stato di Modena provengono parecchie nuove lettere sfuggite al Campori: speravamo di trovarvi anche le minute delle lettere di Ercole II, duca di Ferrara, a Vittoria; le ricereò il cav. Cesare Foucard, già direttore di quell' archivio, ma indarno; forse perirono negl'incendii patiti dall'archivio estense, quando ancora trovavasi nella sede sua primitiva nel castello di Ferrara.

Oltre alle nove lettere alla duchessa Eleonora di Urbino, edite dal Saltini (da noi rivedute sugli autografi), e ad una al duca Guidobaldo II, stampata dal Campori, nessuna altra di Vittoria si trova fra le carte urbinati custodite nell'archivio di Stato di Firenze. Il soprintendente degli archivii toscani, il comm. Cesare Guasti, con la sua consueta cortesia, ordinò ricerche in questo archivio, le quali non fruttarono che la copia di una lettera a Ludovico Dolce, pubblicata fin dal secolo XVI [1]

Più felice risultamento ebbero le indagini del dottor Alessandro Luzio nell'archivio di Stato di Mantova, già esplorato pure dal Campori. Vi scoprì in fatti tre lettere della marchesa a Fabrizio Peregrino, ambasciatore mantavano
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a Roma, tre del duca Federico II ed una di Carlo Gualteruzzi a lei. Inserì le prime ed una del duca (insieme con una, non ispedita, del cardinale Ercole Gonzaga) nel suo pregevole lavoretto intorno a Vittoria Colonna [1], ci favorì le rimanenti [2] con riscontro di lettere già pubblicate dal Campori.

Questo scritto del Luzio e le due collezioncine di documenti vaticani intorno alla marchesa di Pescara pubblicate dal professore Bartolommeo Fontana [3] sono i soli lavori, che, dopo il libro del Reumont, abbiano accresciuto di nuove notizie la vita della Colonnese [4] La accurata ricerca di lettere di Vittoria e di minutè di brevi a lei spediti da Clemente VII e Paolo III fatta dal Fontana nell'archivio Vaticano ci dispensò di tentarne altra per nostro conto. Una lettera della marchesa da noi stampata [5] accenna ad altra, ch'ella inviò a Paolo III e non fu trovata nell'archivio; probabilmente a questa smarrita e ad una, che tuttora si conserva [6] non si
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fermò il suo carteggio col pontefice, e non v' è ragione che impedisca di supporre ch'essa abbia scritto eziandio a Clemente VII, dal quale ricevette parecchi brevi.

Nel secondo suo lavoro il Fontana ai documenti vaticani aggiunse altri ricavati da un codice della biblioteca comunale di Camerino, scritto nella seconda metà del secolo XVI. Ripetemmo nella nostra collezione la lettera della regina Margherita di Navarra a Vittoria conservata in questo codice [1] ma non osammo riprodurre come di Vittoria due scritture ascetiche, di cui l'una indirizzata al Priuli. La lunghissima e stentata metafora, che dura per tutto questo scritto di più pagine, non ci sembra propria dello stile della marchesa anche quando essa ricorreva agli artificii della retorica. Quanto all'altra scrittura l'avremmo esclusa dalla nostra raccolta, non essendo indirizzata ad alcuna persona, anche se non avessimo la persuasione che essa non è opera di Vittoria; del resto, l'editore stesso dichiaò di attribuirgliela con minor fiducia della prima.

L'archivio dell'abazia di Monte Cassino ci fornì lettere autografe od in copia in due quaderni del secolo XVI [2]
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le quali già furono da noi pubblicate. Due lettere ci pervennero dalla biblioteca Vaticana copiate dal comm. Enrico Stevenson [1] che accuratamente indagò se ve ne fossero ancora altre [2] una dalla Quiriniana di brescia, con copia di altra già conosciuta [3] ed una dalla Nazionale e Palatina di Parma [4] della quale il rev. dott. D. Pietro Perreau ci procurò il fac-simile, che riproduciamo. Le biblioteche fiorentine ed altre non ci somministrarono alcuna nuova carta; ricavammo dalla Marciana quella italiana del Polo a Vittoria, di cui già si è fatto parola [5]

Il conte Giuseppe Trivulzio ci trascrisse dal processo del cardinale Morone conservato in copia nel ricco archivio di suo suocero, il duca Tommaso Scotti-Gallarati, a Milano, dodici lettere della marchesa, delle quali una sola e brevi parti di poche altre erano state riferite dal Cantù, ma, come si è detto, imperfettamente e rimodernandone la scrittura.
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Negli archivii nazionali di Parigi e nella biblioteca nazionale di quella città Henry Forneron ricercò per noi se esistevano lettere di Vittoria Colonna alla regina di Navarra o ad altri personaggi della corte di Francesco I. Non ne trovò alcuna, ed avendo interrogato il direttore dell' archivio di Pau, ebbe risposta che niuna lettera di Vittoria, nè copie di lettere di Margherita alla marchesa esistono nell' archivio della capitale dell'antico regno di Navarra. Con animo dolente ripetiamo ora l'espressione della nostra gratitudine allo storico dei Guisa e di Filippo II, mancato immaturatamente nell'aprile del 1886.

Vittoria Colonna fu in corrispondenza con Carlo V [1]; ma si conoscono due sole sue lettere all'imperatore [2]. Con isperanza di trovarne delle nuove ci rivolgemmo al direttore dell' archivio generale di Simancas, don Francisco Diaz, il quale, con la più rara premura, fece compiere una scrupolsa ricerca, nella quale niuna lettera della marchesa fu trovata e si rinvennero due sole minute di lettere a lei dell'imperatore, l'una già nota per copie, cioè quella di congratulazione dopo la vittoria di Pavia, l'altra, sconosciuta, di condolenza per la morte del Pescara [3]
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nute di lettere imperiali a lei si. rintracciarono; il che si può spiegare dall' essere la corrispondenza di Carlo V esistente in questi archivii quasi esclusivamente d' indole politica.

Il compianto Gachard ci aveva pure assicurato non esistere negli archivii di Bruxelles niuno dei documenti da noi desiderati; per consiglio suo interrogammo la R. Accademia di storia di Madrid, donde ci fu mandata l'unica lettera di Vittoria all' imperatore da essa posseduta [1]

L'ultimo luogo, a cui ci rivolgemmo, fu quello, dove ragionevolmente potevamo sperare di essere subito e nel miglior modo favoriti. Riscontrare nell'archivio Colonna sugli originali le lettere stampate dal Piccioni e cercare se ne rimaneva qualcun'altra inedita era il modesto desiderio, che esponemmo al principe don Giovanni Andrea Colonna, ragguagliandolo dell' indole del nostro lavoro, inteso ad illustrare la gloriosa sua antenata. Il principe, per via indiretta, ci fece sapere che avrebbe acconsentito a soddisfarci, quando da lui si sarebbe provveduto alla scelta di un nuovo archivista, essendo morto, dopo la presentazione della nostra richiesta, chi teneva questo ufficio nella sua casa.

La stampa del nostro volume, sospesa durante questa non breve nè semplice pratica, fu da noi ripigliata, e rinunciammo alla speranza di veder quelle lettere, di cui
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il signor Piccioni, tuttora capo amministratore di casa Colonna, aveva nel suo opuscolo segnato il posto, nel quale trovansi nell' archivio. Il prof. Bartolommeo Fontana, che, alcun tempo fa, aveva ottenuto licenza di fare in esso qualche studio, ci favorì graziosamente le copie da lui fatte di tre delle lettere stampate e di una inedita [1] con la notizia che due sole altre lettere non pubblicate esistono in tale archivio [2]

Il nostro amico, il sig. Domenico Tordi, autore della monografia accurata e ricca di notizie sulla ricerca della tomba di Vittoria Colonna, che stampiamo in appendice, e la cui gentilezza nell'aiutarci non sapremmo abbastanza lodare, informato che nell'archivio del principe don Filippo Orsini trovavsi una letterina di Vittoria, di cui conosceva data e soggetto [3] chiese il permesso di averne copia. Il principe Orsini, fatta ricercare questa lettera priva d' importanza, negò la licenza di trascriverla.

Nella biblioteca del principe Barberini, liberalmente aperta agli studiosi, il sig. Tordi cercò una lettera di Vittoria al Bembo ed una a lei del Giberti, indicate come comprese nel codice LXI, 3. Disgraziatamente queste lettere con altri documenti più non si trovano, essendo state trafugate da mano rapace. Lo stesso nostro amico
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tentò in ogni modo d' indurre un tale, che vantossi con lui di avere le copie di un certo numero di lettere di Vittoria, concernenti affari di famiglia, a comunicarcele od almeno a dire il luogo, donde le aveva tratte. Questa persona fu irrimovibile insino alla proposta di estrarre dal nostro volume queste nuove lettere e riunirle in un opuscolo, di cui avrebbe potuto disporre prima ancora che uscisse alla luce questo carteggio.

Ma tali esempii di scortesia e di grettezza sono fortunatamente rarissimi. Ai nomi di coloro, che ci fornirono aiuto per il nostro lavoro, adoprandosi per procurarci documenti o comunicazione di libri rari, dobbiamo ancora aggiungere quelli del conte Domenico Gnoli, prefetto della biblioteca nazionale Vittorio Emanuuele di Roma, del cav. Carlo Castellani, prefetto della Marciana di Venezia, del comm. Isaia Ghiron, prefetto della Braidense di Milano, dell'abate dott. Antonio Ceruti, già dell'Ambrosiana, del cav. G. Enrico Saltini dell'Archivio di Stato di Firenze, del barone Antonio Manno, della signorina Emma Regis, del dott. Beniamino Manzone, professore nel R. Liceo di Carmagnola, del comm. Vincenzo Promis, al quale dobbiamo di aver potuto riprodurre la medaglia di Vittoria dall'esemplare conservato nel Medagliere di S. M. a Torino.

Delle lettere di Vittoria Colonna solamente una piccola parte è a noi pervenuta; ancor più ristretto è il numero di quelle da lei ricevute. Un terzo appena delle lettere comprese nel nostro carteggio è de' suoi corrispondenti. Di pochissime di queste rimangono gli originali e solo
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quando essa li mandò con qualche sua lettera [1] Le rimanenti si hanno da minute, da copie o da antichi libri a stampa: prova adunque che la marchesa o non conservava le lettere, che riceveva, o se parte ne serbò, queste andarono perdute.

Niuna lettera abbiamo del marito a lei, una sola di lei a questo (e si può dubitare non sia stata conservata nella forma originale) [2], niuna del marchese del Vasto,
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niuna delle duchesse di Amalfi e di Urbino, una sola della duchessa di Francavilla, due sole di Ascanio Colonna, niuna di altri suoi congiunti Colonna e d'Avalos.

Con l'Ariosto, col Molza, col Sadoleto, con Galeazzo di Tarsia e con altri ingegni, con cui fu in relazione nel tempo della sua giovinezza, è probabilissimo che abbia scambiato lettere, ma nessuna ci fu serbata, anzi manca interamente il suo carteggio nei primi trent'anni della vita; mancano le lettere ricevute dal Giberti nei primi tempi del pontificato di Clemente VII, alle quali essa stessa accenna nelle frequenti, che allora gl'inviava; ad un tratto cessano le lettere della marchesa al vescovo di Verona; pochissime del Giberti degli anni posteriori sono le reliquie di una corrispondenza, che ha dovuto essere assai attiva [1]

Se il processo del cardinale Morone non avesse conservato con una al Polo ed un'altra al Priuli le lettere a lui scritte da Vittoria, niun documento epistolare di lei ci rimarrebbe a chiarire le sue relazioni con quel gruppo di uomini zelanti per il bene e la riforma della Chiesa, salvo la lettera a Giulia Gonzaga, anch'essa salvata da perdita perchè compresa nel processo di fede del Carnesecchi.

Dalle lettere al Morone appare ch' essa ne aveva sovente da questo cardinale e dal Polo; ma, salvo due
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dell' ultimo, niuna più è rimasta; ad una sola lettera della marchesa si riduce il suo carteggio col Priuli; probabilmente lo tenne anche col Flaminio, che, col Priuli, accompagnava il Polo nei viaggi. Sussiste qualche lettera di Vittoria al Contarini, fra cui una lunga e molto notevole in difesa dei cappuccini. Ma niuna lettera di questo nobilissimo cardinale alla marchesa ci fu ser bata [1] Dobbiamo appagarci di un'unica lettera di Bernardino Ochino a lei e lamentare che, salvo due scritture religiose, che supponiamo indirizzate al celebre predicatore, non sia rimasta niuna delle lettere, che la marchesa non raramente gli scriveva, come ci attesta quella che, prima della fuga, l'Ochino le diresse [2]

Michelangelo Buonarroti scriveva a suo nipote Lionardo avere della marchesa di Pescara: “un libretto in carta pecora, che la mi donò circa dieci anni sono, nel quale è cento tre sonetti, senza quegli che mi mandò poi da Viterbo in carta bambagina, che son quaranta; i quali feci legare nel medesimo libretto e in quel tempo li prestai a molte persone, in modo che per tutto ci sono in istampa. Ho poi molte lettere che la mi scrivea da
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Orvieto e da Viterbo” [1] Ma le molte lettere si riducono ora soltanto a cinque; una sola datata da Viterbo, una, che sembra degli ultimi anni della marchesa, e le altre da assegnarsi agli anni 1539-40, in cui ella dimorava a Roma. E se nei codici vaticano e fiorentino delle poesie di Michelangelo non fossero trascritte due sue letterine alla marchesa, niuna ci rimarrebbe del grande artista alla nobile donna, per cui egli sentì quel profondo affetto, che di purissima luce illumina la figura della poetessa romana.

Non ostante queste molte ed ampie lacune, non è men vero, come affermò il Reumont, che “il carteggio della marchesa di Pescara, per quanto scarso, tuttavia ci offre notizie importanti sui sentimenti, sulle relazioni e sulle condizioni esterne di lei, intorno ai quali indarno cercheresti traccia nelle sue poesie, in parte la troveresti in essa molto incompiuta” [2]

Le lettere di Vittoria venute fuori dopo la stampa del libro del Reumont, che c' incoraggiava a perseverare nel nostro disegno di divenire editori del carteggio della Colonnese, consentono di conoscerla meglio ancora. Le lettere divulgate dal Fontana hanno rischiarato le relazioni di lei con la corte pontificia, e, se ve n'era ancor d'uopo, provato una volta di più la natura delle sue aspirazioni e de' suoi sentimenti religiosi; quelle in difesa dei cappuccini mostrato l'animo suo, che si accendeva per quanto
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le rappresentava un ritorno a vita austera e zelo per la fede, una cooperazione a quella riforma della Chiesa, che stette in cima ai pensieri di lei e de' suoi amici. Nella cerchia di questi, di cui era centro il cardinale Polo, c' introducono le lettere del processo del cardinale Morone e meglio ci lasciano apprezzare la venerazione e l'affetto di Vittoria per il prelato inglese, studiare quei sentimenti, che, quando essa era scesa nella tomba e da per tutto ingigantivano i sospetti di eterodossia, inquietavano sulla purezza della sua fede il Sant' Uffizio. Le lettere cassinesi recona novella testimonianza del suo zelo per la giustizia: il marchese di Pescara è appena spirato, e già essa si adopra affinchè sia rispettata la sua ultima volontà ed una terra usurpata sia restituita, e mai non cessa dal richiamare i parenti di suo marito all'osservanza di questo dovere.

Gli ammiratori del bello stile epistolare non troveranno certamente nelle lettere di Vittoria modelli di studio. Le sue lettere migliori sono quelle stampate nel cinquecento, nelle quali è evidente la traccia della penna dei segretarii e degli editori. Il suo stile, quando è studiato, pecca per l'artificiosità, vizio comune dell'epistolografia cinquecentistica non attenuato neppure dalla forma ricca e corretta, che si trova nelle lettere dei migliori. Quando scrive alla buona, non è per fermo troppo duro il giudizio del Foscolo che Vittoria Colonna scriveva come la moglie di un fattore [1]
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Ma noi non pretendiamo di aggiungere un epistolario elegante di più ai molti, di cui è doviziosa la letteratura del cinquecento. Noi, raccogliendo i dispersi avanzi del carteggio di Vittoria [1], siamo stati mossi dal desiderio di agevolare la conoscenza intima di questa donna, di cui, più ancora che l'ingegno e il valore poetico, pensiamo sia da ammirare la bontà dell'animo aperto ai sentimenti più generosi, la immacolatezza della vita, l'ardore della fede, qualità, che lei, nata da una famiglia di ambiziosi e prepotenti, sposata ad un uomo, cui non furono ignote le passioni e la violenza, cresciuta in mezzo ad una società incredula e corrotta, collocano ad una tale altezza morale, a cui de' suoi contemporanei, concordi nell'ammirarla e nel riverirla, pochissimi sono pervenuti.

Torino, 6 di ottobre 1888.

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LIBRI CONTENENTI LETTERE DI VITTORIA COLONNA PUBBLICATE PER LA PRIMA VOLTA

1. Campori (Giuseppe), Vittoria Colonna (Atti e Memorie delle RR. Deputazioni di storia patria per le prorincie dell'Emilia, nuova serie, vol. III, parte II, Modena, 1878, pag. 1-45). 1D. Lettere artistiche inedite, Modena, tip. dell'erede Soliani, 1866; 8°.

2. CantÙ (Cesare), Gli eretici d'Italia. Discorsi storici. Vol. I, Torino, Unione tipografico-editrice, 1865; 8°.

3. Catalogue raisonnè de la collection de livres de M. Pierre Antione Crevenna nègociant à Amsterdam. S. I., MDCCLXXVI, vol. IV; 4°

4. Ceruti (Antonio), Lettere inedite di dotti italiani del secolo XVI tratte daqli autografi della Biblioteca Ambrosiana. Milano, Tipografia e Libreria Arcivescovile Ditta Boniardi-Pogliani di Ermenegildo Besozzi, MDCCCLXVII; 8°.

5. Delle lettere di diversi Re et Principi et Cardinali et altri huomini dotti a Mons. Pietro Bembo. Primo (unico) vol. di nuovo stampato, riveduto et corretto per Francesco Sansovino. Venetia, 1560; °

6. Fontana (Bartolommeo), Documenti vaticani di Vittoria Colonna marchesa di Pescara per la difesa deì cappuccini
[p. XXIX]
(Archivio della R. Società romana di storia patria, vol. IX, Roma, 1886, p. 345--371).

7. Id. Nuovi documenti vaticuni sulla fede e sulla pietà di Vittoria Colonna (Ibid., vol. X, 1887, p. 595--629).

8. Grimm (Hermann), Leben Michelangelo's, 3e Auflage. Hannover, Karl Rümpler, 1868, Band III; 8°

9. Lettere di Vittoria Colonna tratte da un codice della Capitolar biblioteca di Verona. Verona, premiata tipografia Vicentini e Franchini, 1868; 4°. Pubblicate dal biblitecario della Capitolare, monsignor Gio. Battista Carlo Giuliari per le nozze Brandolini-Rota--D'Adda.

10. Lettere inedite di Vittoria Colonna marchesana di Pescara ed altri documenti storici relativi ai colonnesi. Roma, tipografia Barbèra, 1875; 4°. Pubblicate da Giuseppe Picconi negli sponsali di Marcantonio Colonna duca di Marino con donna Teresa Caracciolo dei duchi di San Teodoro.

11. Lettere scritte al signor Pietro Aretino da molti Signori, Comunità, Donne di valore, Poeti et altri Eccellentissimi Spiriti, divise in due libri sacre al R.mo Cardinal di Monte. Mdli. Nella maggior parte degli esemplari Mdlii e con intitolazione Al Reverendiss. signor Lodovico Beccatelli (Venezia, Francesco Marcolini).

12. Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini et eccellentissimi ingegni scritte in diverse materie. Libro primo, Aldus. In Vinegia, M. D. XLII; 16°.

13. Lettere volgari di diversi eccellentissimi huomini in diverse materie. Libro secondo, Aldus (in fine: In Vinegia, nell'anno M. D. XXXXV. In casa de' figliuoli di Aldo); 16°. Un'altra edizione del medesimo anno ha nel frontispizio: Con privilegio di N. S. Papa Paolo III e delli Illustriss. Sig. di Vinegia. M. D. XLV.

14. Lettere volgari di diversi nobilissimi uomini ed eccellentissimi ingegni del secolo XVI°, tratte da mss. contemporanei esistenti presso il Dottor Anicio Bonucci. Firenze, presso Giacomo Molini, 1865. Libro primo e secondo; 8°.

15. Luzio (Alessandro), Vittoria Colonna (Rivista storica mantovana, vol. I, Mantova, 1884, p. 1--54).

16. Manzoni (Giacomo), Estratto del processo di Pietro Carne
[p. XXX]
secchi (Miscellanea di storia italiana edita dalla R. Deputazione di storia patria, t. X, Torino, 1870, p. 187--573).

17. Müller (Giuseppe) e Ferrero (Ermanno), Alcune lettere inedite di Vittoria Colonna marchesa di Pescara (Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, vol. XIX, 1883--84, Torino, 1884, p. 1069--1094).

18. Niccolini (G. B.), Filippo Strozzi, tragedia corredata d'una vita di Filippo e di documenti inediti. Firenze, Felice Lemonnier, 1847; 8°.

19. Nuovo libro di lettere de i più rari Autori della lingua volgare italiana. Vinegia, per Paolo Gherardo, 1545; 8°. La prima edizione uscì nel 1544 senza luogo e nome di stampatore. La ristampa è aumentata.

20. Rime e lettere di Vittoria Colonna marchesana di Pescara. Firenze, G. Barbèra editore, 1860; 32°. Edizione curata da G. Enrico Saltini.

21. Roscoe (Guglielmo), Vita e pontificato di Leone X, traduzione di Luigi Bossi, t. X, Milano, tipografia Sonzogno e Comp., 1817; 8°.

22. Tiraboschi (Girolamo), Storia della letteratura italiana, t. VII, p. III. Modena, presso la Società tipografica, 1779; 4°.

23. Volpicella (Scipione), Di Filonico Alicarnasseo biografo napoletano del secolo XVI (Museo di scienze e letteratura, nuova serie, anno I, vol. III, Napoli, 1844).
[p. [XXXI]]

LIBRI CONTENENTI LETTERE A VITTORIA COLONNA PUBBLICATE PER LA PRIMA VOLTA

1. Delle lettere di M. Claudio Tolomei lib. sette, con una breve dichiaratione in fine di tutto l'ordine de l'ortographia di questa opera. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, MDXLVII; 8°.

2. Delle lettere di Messer Pietro Bembo. In Vinegia (Gualtiero Scotto), 1552, vol. IV; 16°

3. Le lettere di Michelangelo Buonarroti pubblicate coi ricordi ed i contratti artistici per cura di Gaetano Milanesi. In Firenze, coi tipi dei successori Le Monnier, MDCCCLXXV; 4°.

4. Delle lettere familiari del commendatore Annibal Caro vol. III compilato per opera del Signor Anton-Federigo Seghezzi, di cui è pure la nuova Vita dell'Autore coll'aggiunta di CXXXVII lettere di Monsig. Giovanni Guidiccioni, fuorchè alcune pochissime non più stampate. In Padova, CIOICCCXXXV, presso Giuseppe Comino; 16°.

5. Le lettere di M. Bernardo Tasso intitolate a Monsig. d'Arras. In Vinegia, appresso Vincenzo Valgrisi, 1551; 8°.

6. Lettere di M. Pietro Aretino. In Venetia, per Venturino di Roffinelli, nel mese di decembre MDXXXVIII; 16° [1]
[p. XXXII]
Al sacratissimo re d'Inghilterra il secondo libro de le lettere di M. Pietro Aretino. In Vinegia, per Francesco Marcolini da Forlì, 1542, nel mese d'agosto; 8° [1]

7. Lettere di principi le quali si scrivono o da principi, o a principi, o ragionano di principi. Libro secondo. In Venetia, appresso Giordano Ziletti, MDLXXV; 4°. Id. Libro terzo. MDLXXVII.

8. Mutio (Girolamo), Le mentite ochiniane. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari e fratelli, MDLI; 16°.

9. Opere di Monsignor Giovanni Guidiccioni nuovamente raccolte ed ordinate a cura ài Carlo Minutoli. Firenze, G. Barbèra, 1867; 8°, 2 vol.

10. Epistolarum Reginaldi Poli S. R. E. Cardinalis et aliorum ad ipsum, pars III, Brixiae, excudebat Joannes Maria Rizzardi, 1748; 4°.

11. Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII. pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi, volume I, Milano, 1822; 16° [2] I numeri 6, 7, 10, 13, 15, 17 dell'elenco precedente.

Notes

Note from page [VII]: (1) Reumont, Vittoria Colonna. Vita, fede e poesia nel secolo decimosesto. Versione con aggiunte dell'autore. Torino, 1883.

Note from page [VII]: (2) Alcune lettere inedite di Vittoria Colonna marchesa di Pescara, in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, vol. XIX, Torino, 1884, p. 1069-1094.

Note from page VIII: (1) Nel Nuovo libro di lettere de i più rari autori della lingua volgare italiana, Vinegia, 1545, le lettere della nostra collezione CXLIV, CXLV, CLVI, CLX VIII, CLXIX, CLXX, e nella raccolta aldina delle Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini et eccellentissimi ingegni, libro primo, Vinegia, 1542, le lettere XXXVIII, LXXIV, CXII, CXLVII.

Note from page VIII: (2) Lettere scritte al signor Pietro Aretino, 1551. Le lettere LIX, LXXXVII e XCVI.

Note from page VIII: (3) Lettere di diversi Re et Principi el Cardinali et altri huomini dotti a Mons. Pietro Bembo, Venezia, 1560. È la lettera CXLIII.

Note from page VIII: (4) Lett. XLI, già nella collezione Crevenna ad Amsterdam.

Note from page VIII: (5) St. della lett. ital., t. VII, p. III, Modena, 1779, p. 43 nota. Lett. CXLIX.

Note from page IX: (1) Le rime di Vittoria Colonna corrette su i testi a penna pubblicate con la vita della medesima, Roma, 1840, p. CXIV.

Note from page IX: (2) Nella traduzione della Vita e ponlificato di Leone X Roscoe, t. X, Milano, 1817, p. 158. È la lett. XC del nostro volume.

Note from page IX: (3) Rime e lettere di Vittoria Colonna marchesana di Pescara, Firenze, 1860.

Note from page IX: (4) Nel lavoro del Bustelli, La vita e la fama di Vittoria Colonna (Rivista bolognese di scienze, lettere ed arti, vol. I, 1867, p. 349-359, 470-490) sono riprodotte le lettere all'Aretino e quelle al Giovio (n. XLI) ed al Bembo (n. CXLIII) mancanti nell'edizione del Saltini.

Note from page IX: (5) Niccolini, Filippo Strozzi, Firenze, 1847, p. 259. Lettera LXXXVI.

Note from page IX: (6) Lett. XLIX, L, LI, LIII, LIV, LV, LVI, LXI.

Note from page X: (1) Lettere di Vittoria Colonna tratte da un codice della Capitolar biblioteca di Verona, Verona, 1868. Lett. II-XVIII.

Note from page X: (2) Lettere inedite di Vittoria Colonna ed altri documenti storici relativi ai Colonnesi, Roma, 1875. Lett. XCIX, CXXVIIICXXXVII, CLXVI, CLXXVI.

Note from page X: (3) Vittoria Colonna, in Atti e memorie delle RR. Dep. di st. patr. per le prov. dell'Emilia, nuova serie, vol. III, parte II, Modena, 1878. Lett. I, XLV, XLVII, LXVI, LXVII, LXXXIII, LXXXV, CIII, CV, CVII, CVIII, CX, CXIII, CXXVII, CLV, CLIX, CLXII, CLXXIII.

Note from page X: (4) Lettere artistiche inedite, Modena, 1866, p. 12-15. Lettere CXXII-CXXIV, CLVII, CLVIII, CLXXXII.

Note from page X: (5) Leben Michelangelo's, 3e Aufl., Hannover, 1868, vol. III, p. 340. Lett. CXXIII.

Note from page XI: (1) Lett. CXXII, CXXIV, CLVII, CLXXXII.

Note from page XI: (2) Lettere inedite di dotti italiani del sec. XVI tratte dagli autograsi della Biblioteca Ambrosiana, 1867, p. 5. Lettera LX.

Note from page XI: (3) In Misc. di. st. ital., t. X, Torino, 1870, p. 496. Lett. CXLII.

Note from page XI: (4) Gli eretici d' Italia, vol. I, Torino, 1865, p. 415 e segg.

Note from page XI: (5) Pag. 64.

Note from page XI: (6) Museo di scienze e letteratura, nuova serie, anno I, vol. III, Napoli, 1844, p. 175. Lett. CLXXXIII.

Note from page XI: (7) Lettere volgari di diversi nobilissimi uomini ed eccellentissimi ingegni del secolo XVI, Firenze, 1865. Lett. CLX.

Note from page XII: (1) Nel libro primo delle Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini le lett. CIX, CXV, CXVI, CXVIII, CXX, e nel secondo (Vinegia, 1545) le lett. XIX, XXXIV, CXIV.

Note from page XII: (2) Vedi p. 191, nota 1 del nostro libro.

Note from page XII: (3) Nel primo libro (Venetia, 1538) la lett. LXXXVII, e nel secondo (1542) le lett. LXXXIX, XCI, XCVIII.

Note from page XII: (4) Lettere, Vinegia, 1547. Lett. XLIII e L VII.

Note from page XII: (5) Lettere, Vinegia, 1551. Lett. CLXXVIII-CLXXXI.

Note from page XII: (6) Lettere, Vinegia, 1552, vol. IV. Lett. XL. XLIV, LII, LVIII, XCIII, C. CII, CIV, CXL, CXLI.

Note from page XII: (7) Nel libro II le lett. XXX, XXXII, XXXIII, XXXV, nel III la lett. XXXVI.

Note from page XII: (8) Le mentite ochiniane, Vinegia, 1551, c. 8. Lett. CXLVI.

Note from page XII: (9) Caro, Lettere familiari, vol. III, Padova, 1785, p. 252. Lett. CXI.

Note from page XIII: (1) Firenze, 1867, vol. I, p. 225. Lett. CXXVI.

Note from page XIII: (2) Pars III, Brixiae, 1748, p. 77. Lett. CXXXIX.

Note from page XIII: (3) Racc. di lett. sulla pittura, scultura ed architettura, vol. I. Milano, 1882, p. 12.

Note from page XIII: (4) Lett. di Michelangelo Buonarroti, Firenze, 1875, pag. 514, 515. Lett. CXXI, CXXV.

Note from page XIII: (5) Lett. XCIX, CXXXI, CXXXIV, CXXXVI, CXXXVII.

Note from page XIII: (6) Pag. 63. Lett. XX.

Note from page XIII: (7) Pag. 258. Lett. CLXXIV.

Note from page XIV: (1) Lett. LXXIV. Nello stesso archivio è in copia la lettera LXXXVI stampata dal Bigazzi.

Note from page XV: (1) Vittoria Colonna, in Rivista storica mantovana, vol. 1, Mantova, 1885, p. 1-54. Lett. XLVI, LXVIII, LXIV, LXV.

Note from page XV: (2) Lett. XLII, XLVIII, LXXXIV.

Note from page XV: (3) Documenti vaticani di Vittoria Colonna marchesa di Pescara per la difesa dei cappuccini, in Arch. della R. Soc. rom. di st. patr., vol. IX, Roma, 1886, p. 345-371. Lett. LXII, LXVIII, LXXI, LXXV, LXXVI, LXXIX. Nuovi documenti vaticani sulla fede e sulla pietà di Vittoria Colonna, ibid., vol. X, 1887, p. 595-629. Lett. XXII, XXIII, XXIV, XXVII, CLXVII, CLXVII, CLXXVII.

Note from page XV: (4) L'opuscolo del prof. Alessandro Morpurgo, Vittoria Colonna, cenni storici e letterari, Trieste, 1888, non reca nuovi documenti.

Note from page XV: (5) Lett. LXXVII.

Note from page XV: (6) Lett. CLXXVII.

Note from page XVI: (1) Lett. CLXVII.

Note from page XVI: (2) Lett. XXV, XXVI (della duchessa di Franca villa), XXVIII, XXIX, XXXIX, LXIX, LXXII, LXXVIII, LXXX, LXXXI, LXXXII, CXVII. Uno die quaderni contenenti tali copie è del 1565 ed ha per titolo: Copia delle lettere della marchesana di Pescara per la terru del Colle di S. Magno; l'altro, del 1549, è intitolato: Documenta quaedam scripturarum pro castro Collis Sti Manni ab anno Domini 1501 usque ad annum 1549 contra Marchionem Vasti detentorem prefati Castri et successorem domini Tranellae primi spoliatoris. Indichiamo, nelle nostre citazioni, il primo col numero I, il secondo con II.

Note from page XVII: (1) Lett. XCVII e CLXV.

Note from page XVII: (2) Negl' indici delle due ultime migliaia dei codici vaticani trovò indicata Vittoria Colonna senz'altro nei codici 9065, collettanee del Marini, e 9286, carte del Mazucchelli, ma nulla rinvenne nell' inventario corrispondente e nei codici stessi.

Note from page XVII: (3) Lett. CXII e CXIX.

Note from page XVII: (4) Lett. LXXVII.

Note from page XVII: (5) Il Benrath (Bernardino Ochino von Siena, Leipzig, 1875, p. 30) cita una lettera della balìa di Siena del 4 giugno 1544 ad una « illustrissima et eccellentissima madama », che egli dice esser forse Vittoria Colonna. Abbiamo fatto riscontrare la lettera (Arch. di Stato di Siena, copialettere, vol. 381); essa è diretta a Margherita d'Austria, acciocchè interceda presso il papa perchè I'Ochino sia mandato a predicare a Siena. Carleggio di Vittoria Colonna.

Note from page XVIII: (1) Le lett. dell' imperatore, n. XCIX, CXXXVI, CXXXVII sono in risposta ad altre della marchesa.

Note from page XVIII: (2) Lett. XXI e CLXXXV.

Note from page XVIII: (3) Lett. XX e XXXI.

Note from page XIX: (1) Lett. XXXVII.

Note from page XX: (1) Lett. CLXXXV.

Note from page XX: (2) Lettera commendatizia al fratello Ascanio senza data; lettera al nipote Fabrizio duca di Marsi, dal convento di San Silvestro in Capite (1541) sull'esclusione delle donne dalla successione nei feudi in terra di Roma (cf. lett. CLXVI).

Note from page XX: (3) Vedi lett. CLXXXIV.

Note from page XXII: (1) Lett. LXXXIV, e quelle di Carlo V n. XCIX, CXXXVI, CXXXVII, da lei mandate al fratello Ascanio.

Note from page XXII: (2) Lett. CLXXXIII. Il Giovio parla di lettere scritte da Vittoria al marito per dissuaderlo dall'accettare la corona di Napoli offertagli dai nemici dell'imperatore: “Non videtur hoc loco praetermittendum quod de Piscariae uxore Victoria Columna, incomparabilis ingenii muliere, certa et constanti multorum fama audivimus, ne ea scilicet, quae cuncta alia praeter decus facile semper contempsit, merita laude fraudetur. Ad primum enim agitati eius consilii rumorem ita exhorruisse dicitur, ut continuo nequaquam muliebri ambitione vel tanto regiae fortunae titulo pellecta, id munus castis auribus repudiaret virilique prorsus et gravi ratione eas spes uti nefarias vel certe parum decoras protinus abiiciendas iudicaret et subinde virum alias sibi rerum omnium cosilia communicare solitum per literas, quas sublimi eruditoque ingenio perscribebat etiam atque etiam precaretur, ut pristinae virtutis memor esse vellet, cuius existimatione ac laude multorum regum fortunam et gloriam anteiret. Neque enim regnorum ac opum amplitudine et speciosis titulis, sed illustri fide contestataque virtute parari decus, quod ad posteros rediviva cum laude propagetur. Nec ullum esse tam excelsum regii nomini fastigium, quod non facile una perfectae virtutis altitudine superetur. Propterea se nequaquam optare, ut regis sit uxor, quum eius imperatoris esse maluit, qui magnos reges non bello tantum praestanti manu, sed in pace etiam eximio invicti rectique animi decor superare didicerit” (Vita Ferd. Davali Piscarii, nelle Illustrium virorum vitae, Florentiae, 1551, p. 424 e seg.). Vedi anche Varchi, Stor. fior., vol. I, p. 30 (ed. di Milano, 1803) e l'osservazione del Reumont, p. 82.

Note from page XXIII: (1) Il conte Carlo Cipolla, che ci riscontrò le anzidette lettere della Colonnese al Giberti, ci assicurò non esisterne altre nell'archivio capitolare di Verona, che più volte fu soggetto a guasti e a dispersioni.

Note from page XXIV: (1) Nel libro intitolato: Quattro lettere di Monsig. Gasparo Contarino Cardinale, Fiorenza, 1558, p. 57-76, ve n' ha una alla marchesa di Pescara, la quale non è altro che una dissertazione sul libero arbitrio, che, senza l'indirizzo, è ripetuta in latino nelle Opere del cardinale stampate a Parigi, 1571, p. 597-603. La detta dissertazione è del 1536.

Note from page XXIV: (2) Lett. CXLVI. Da Ginevra l'Ochino scrisse ancora una lettera a Vittoria, ch'essa mandò al cardinale Cervini. V. lett. CXLIX.

Note from page XXV: (1) Lett. 7 marzo 1551, in Milanesi, Lettere di Michelangelo Buonarroti, p. 272, n. CCXLIII.

Note from page XXV: (2) Pag. VIII.

Note from page XXVI: (1) Lettera a lord Holland, 13 settembre 1824, in Epistolario raccolto ed ordinato da F. S. Orlandino e da E. Mayer, vol. III, Firenze, 1854, p. 161 (vol. VIII delle Opere)

Note from page XXVII: (1) Se il arteggio della marchesa di Pescara fosse più abbondante, avremmo tralasciato di riportare testualmente parecchie lettere di mediocre o niuna importanza. Abbiamo cercato di riprodurre esattamente il testo delle lettere sì autografe come conservate in copia od in antiche stampe. Indicammo in queste ultime a piè di pagina le correzioni, che ci paiono necessarie, e tra uncini nel testo le parole evidentemente dimenticate. Seguimmo un modo uniforme nella punteggiatura e nelle maiuscole

Note from page [XXXI]: (1) Non abbiamo potuto trovare la precedente edizione fatta in Venezia du Francesco Marcolini nell'agosto 1538, nè quella dello stesso stampatore del 1537, prima edizione del primo libro delle lettere dell'Aretino, nella quale però non crediamo si trovi l'unica lettera a Vittoria di quel libro, avendo essa la data del 4 novembre 1537.

Note from page XXXII: (1) Non avendo potuto trovare nelle nostre ricerche in pubbliche e private biblioteche questa prima edizione del secondo libro delle lettere dell'Aretino, citiamo nella nostra raccolta la seconda, che uscì nel 1547, senza nome di luogo e di officina.

Note from page XXXII: (2) Vedi pag. 206 del nostro volume.


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